09
2022
settembre 2022
Editoriale pubblicato su alVolante di

Sorpresa: senza la Tonale, Alfa in utile. Con meno optional

QUANDO JEAN-PHILIPPE IMPARATO ha annunciato che l’Alfa Romeo targata Stellantis (della quale è il “timoniere” dal gennaio 2021) chiude in utile i primi sei mesi dell’anno, alcuni tra i giornalisti presenti non sono riusciti a nascondere la sorpresa. Le auto vendute a livello mondiale (circa 25.000) sono più o meno quelle commercializzate da gennaio a giugno 2021; allora, però, i conti erano in rosso. E la gamma - cioè Giulia e Stelvio - è la stessa, come pure i mercati che la richiedono. Che cosa è accaduto, dunque? È successo che gli uomini che gestiscono l’Alfa hanno reso più efficiente il processo produttivo, riducendo pesantemente i costi a Cassino e a Pomigliano d’Arco. La parola d’ordine è razionalizzare. Significa rivedere i contratti con i fornitori e migliorare la qualità. Un aspetto, quest’ultimo, importante per due ragioni: aumenta la soddisfazione dei clienti ed evita ai costruttori di “svenarsi” con una quantità di piccoli interventi in garanzia che pongono sì rimedio ai difetti nei primi mesi di uso dell’auto, ma al prezzo di appesantire i bilanci.

L'ALTRO FRONTE SU CUI HANNO LAVORATO sodo, all’Alfa Romeo, si chiama semplificazione. Ricordate le pinze dei freni gialle dell’impianto Brembo di Giulia e Stelvio? Scordatevele. Facevano una gran scena, ma oggi quell’optional di gusto molto racing non c’è più. Stessa sorte per alcune tinte di carrozzeria e di interni. Razionalizzando e semplificando, il numero degli allestimenti è calato da sette a sei, mentre i pacchetti di accessori ora sono solo due, contro i 18 di un anno fa. La sforbiciata ha “fatto vittime” anche nei cerchi in lega (quasi dimezzati) e tra i motori, con l’uscita di scena del due litri a benzina da 250 CV. 

L'AUTOMOBILE “SU MISURA” COSTA un sacco di soldi, non solo ai clienti ma anche a chi deve produrla, perché costringe a pianificare l’organizzazione industriale tenendo conto di varianti che complicano la gestione, oltre a essere onerose in fase di acquisto di parti e componenti. Ma il ridimensionamento della personalizzazione non significa per forza impoverimento. Anche perché Imparato promette di investire quanto si è risparmiato nei valori (design, motore, guida sportiva) che contano davvero per un brand come quello del Biscione. Puntando, per rafforzare il “dna” (e i conti) Alfa Romeo, anche sulla neonata Tonale, già ordinata da 13.000 clienti. Tra i concorrenti, però, solo la Volvo sembra seguire strategie analoghe. Audi, BMW e Mercedes (che hanno volumi di vendita ben maggiori) continuano a proporre ampie gamme di optional. Non certo regalati.

Guido Costantini



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