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Game&Track Show, tra reale e virtuale 

07 novembre 2016

Simulatori nei paddock e auto vere in pista: questa la formula inedita del primo evento che ha unito il mondo game a quello dei trackday.

Game&Track Show, tra reale e virtuale 

SHOW REALE E VIRTUALE - Si comincia con dei giri di prova. La pista è quella di Modena, l’auto una X-Bow KTM. Ma è tutto virtuale, tranne i box in cui ci si trova. Infatti ci si deve calare dentro un simulatore Evotek, utilizzare Assetto Corsa, uno dei videogiochi racing più noti al mondo, e cercare di divertirsi e magari vincere. Poi, oltre la saracinesca dei box, ecco le auto vere e la pista reale. L’idea è stata quella di mettere fianco a fianco il mondo dei simulatori con la realtà. Dentro i box c’erano i simulatori Evotek, con le auto di Assetto Corsa. Lì ci si poteva sfidare o anche solo farsi un giro senza paura di fare danni veri… Poi, fuori, per taxi hotlap reali, aspettavano le auto vere. Prima fra tutti la X-Bow KTM usata principalmente sui simulatori. Il gioco era quello di scendere dal mondo game ed entrare in pochi passi dentro quello reale. Per vedere e sperimentare quanto siano ormai molto vicini.

IERI I KART, OGGI I SIMULATORI - “Una volta i campioni li facevano i kart, oggi sempre di più i simulatori”. A parlare così non è uno qualunque, ma Claudio Pastoris, amministratore delegato di Sparco, l’azienda leader nel campo dell’abbigliamento racing, che adesso si sta avvicinando anche a quello virtuale, dei giochi racing, per consolle o Pc, e che non a caso era presente al Game&track Show. I simulatori erano quelli Evotek principalmente, ma anche postazioni meno impegnative utilizzate per una gara del campionato virtuale ASD GT3 Trophy: già, esistono anche questi, e sono frequentatissimi, con dirette streaming seguite da decine di migliaia di spettatori… Del resto, molti degli attuali piloti, Hamilton compreso, ammettono ormai senza problemi di esercitarsi anche ai simulatori. Prima della pista vera. 

LA NOSTRA PROVA - L’abbiamo fatto anche noi, la prova. Ci siamo infilati prima dentro il simulatore Evotek. Una scocca da F1, praticamente, che riproduce accelerazioni, movimento di rollio e beccheggio in una maniera così reale che il primo giro abbiamo guidato con la paura del principiante assoluto. Ci aggrappavamo al volante e ai freni come fosse l’ultima speranza. Poi abbiamo cominciato a guidare cercando i riferimenti di traiettoria, di frenata. Insomma, come avremmo fatto  “nella realtà”. Finito, ci siamo messi il casco e abbiamo provato una serie di giri veloci con una delle auto che ci aspettavano sulla pitlane. C’era anche la Porsche GT3 Cup di Eugenio Fulgenzi, la Caterham 485S, la Giulia Quadrifoglio, l’Audi RS3 , La Mercedes SLC 45 AMG e l’Aventaror SV. Siamo saliti su quest’ultima. E l’esercizio sul simulatore si è dimostrato maledettamente valido. Per punti di frenata, traiettorie, reazioni dell’auto. Tornati nel paddock abbiamo fatto un giro quasi ubriachi tra le auto dei vari Club partecipanti. Ed è stato come giocare a cosa è reale e cosa virtuale. Non siamo Hamilton, ma adesso siamo meno scettici nei confronti dei simulatori. (Foto di Alice Lavalle e #shootmepgk).



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