L’UOMO

Mauro Caruccio, romano, 51 anni, laurea in economia, è sposato e ha due figli. Alla Toyota dal 1998, ha ricoperto diversi incarichi fino a quello di direttore sales & network development. Nel 2014 passa alla Toyota Europe, esperienza internazionale che lo porta a diventare direttore generale delle vendite. Da gennaio 2018 è amministratore delegato della Toyota Motor Italia.

L’AZIENDA

La Toyota Motor Italia ha 204 dipendenti e 173 tra concessionarie e filiali. Considerando anche il marchio Lexus, nei primi 10 mesi del 2018 ha venduto 78.146 auto (+3,2%).

gennaio 2019
Intervista di Direttore pubblicata su alVolante di

Mauro Caruccio

Amministratore delegato della Toyota Motor Italia
Abbiamo imposto l’ibrido pianificando con coerenza il nostro lavoro. Senza attaccare il diesel

Grande offensiva Toyota: sono in arrivo novità importanti...

Sì. Ci apprestiamo a lanciare la nuova Rav4, un’icona la cui prima serie, nel 1994, ha inventato di fatto la suv moderna e che, con 8,5 milioni di esemplari venduti finora, è il bestseller mondiale nella categoria. L’altra novità è il nostro classico modello medio, nelle varianti berlina e wagon, che torniamo a chiamare Corolla. Altro nome importante, usato per la prima volta nel 1966 e che, a tutt’oggi, ha identificato 45 milioni di veicoli venduti nel mondo.

 

Che cosa accomuna i nuovi modelli?

Sono realizzati sulla piattaforma TNGA, l’architettura produttiva globale già servita da base per la Prius e la C-HR, e che ha l’obiettivo di rendere belle, piacevoli da guidare e sicure le nostre auto. Questa piattaforma ci consente di abbassare il baricentro del veicolo, e prevede acciai ad alta resistenza per la scocca, in modo da ottenere una maggiore rigidità torsionale. Naturalmente, i nuovi modelli sono molto evoluti anche nei sistemi di ausilio attivo alla guida, un tema che ci è caro perché la nostra strategia è quella di garantire la più ampia offerta di base di questi dispositivi, in tutte le fasce di mercato.

 

Corolla e Rav4 se la vedranno con concorrenti agguerrite...

Verissimo. Ma è anche vero che abbiamo lavorato parecchio su queste auto. La Corolla è spaziosissima e nella versione wagon ha un bagagliaio molto grande. In più, è il nostro primo modello a beneficiare di due sistemi ibridi, il collaudato 1.8 da 122 CV e il due litri da 180, entrambi efficienti ma il secondo con prestazioni tali da interessare una clientela più ampia, flotte comprese. Quanto alla Rav4, ai tanti passi avanti dovuti alla nuova piattaforma aggiungo la trazione posteriore più efficace nella modalità 4x4, grazie alla maggior potenza del motore elettrico dedicato al retrotreno.

 

E il marchio Lexus?

Potrà finalmente contare sull’apporto della UX, una crossover compatta ed estremamente maneggevole, che sembra fatta apposta per la clientela italiana. Con questo modello puntiamo a far crescere in modo rilevante le vendite nel nostro Paese del marchio di prestigio del gruppo Toyota.

 

Molti parlano del diesel come di un motore al tramonto. Come avete fatto a imporre l’ibrido?

Abbiamo operato con coerenza, intercettando il grande cambiamento socio-culturale che vede una crescente sensibilità per la mobilità ecosostenibile. La nostra prima ibrida è la Prius del 1997, quando in Europa si parlava ancora di Euro 2. Già nel 2014 vendevamo più ibride che diesel, ma la progressiva elettrificazione della nostra gamma era stata pianificata molti anni prima. E, a un certo punto, è stato naturale abbandonare i motori a gasolio. Senza mai fare polemica con chi ancora produce i diesel, anche perché quelli più evoluti sono efficienti. Ma la nostra è una scelta radicalmente diversa.

 

Che cosa si aspetta dai politici che oggi governano l’Italia?

Un chiaro indirizzo pubblico che favorisca forme di incentivazione legate alle emissioni e basate sul concetto che chi più inquina, più paga. Sono previste dal programma di governo, ed esistono in quasi tutta Europa.