L’UOMO

Nato nel 1966 a Torino, sposato, due figli, Santo Ficili entra alla Fiat nel 1987 dopo tre anni di Scuola Aziendale Lancia. Agli inizi nel settore after sales seguono anni di crescenti responsabilità nei veicoli commerciali e nell’auto. Nel 2015 è alla guida della regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) della Mopar, la società che si occupa di tutte le attività del post vendita dei marchi del gruppo FCA. Dal 2019 è responsabile del Business Center Italy e delle vendite per l’area Emea della FCA. Lo scorso marzo viene nominato country manager di Stellantis Italia. Riporta direttamente a Maxime Picat, capo delle attività europee del gruppo.

 

L'AZIENDA

Stellantis Italia conta nove marchi automobilistici e quattro nel settore dei veicoli commerciali. Ha circa 900 dipendenti e 400 concessionarie, con 1800 punti vendita. Da gennaio a giugno 2021 ha immatricolato 351.954 automobili (-20,9% rispetto allo stesso periodo del 2019), con una quota di mercato del 39,78%.

agosto 2021
Intervista di Direttore pubblicata su alVolante di

Santo Ficili

Italy Country Manager di Stellantis
L’esperienza di acquisto dev’essere personalizzata. A seconda del brand e perfino del modello

Quasi un cliente su due, in Italia, compra una delle vostre auto. Quali sono le opportunità offerte a Stellantis da questa inedita leadership, e quali le criticità che potrebbero derivarne?

Siamo leader sia nel mercato automobilistico che in quello dei veicoli commerciali, con un’offerta di prodotti talmente ampia e variegata da farmi vedere soprattutto gli aspetti positivi della situazione. Certo, alcuni modelli operano nelle stesse fasce di mercato, ma con nove brand nel settore auto e quattro dedicati ai commerciali, un minimo di sovrapposizione è inevitabile e non è un problema. Abbiamo una gamma di prodotti “upper mainstream”, suv e di fascia premium, con
clienti molto diversi.

Qual è la strategia di gestione dei vostri brand per l’Italia, dove Fiat, Alfa Romeo e Lancia sono storicamente molto radicate?

A questi tre marchi aggiungerei Fiat Professional e la stessa Jeep, che nel nostro Paese produce Renegade e Compass e che quindi consideriamo un po’ italiana. Dobbiamo assegnare una precisa identità non solo a ogni brand, ma a ogni singolo modello. Lo sviluppo del prodotto e la soddisfazione dei clienti passa anche da qui. 

Quanto conta oggi, per il cliente italiano, l’identità di marca?

Tantissimo. Da noi l’auto è il secondo bene d’acquisto dopo la casa e ha un forte valore simbolico. Il cliente trova riscontro nei propri desideri sia nella vettura che nel marchio. È importante quindi, e lo ricordo sempre ai concessionari, garantirgli un’esperienza d’acquisto personalizzata. Chi compra una Jeep va trattato in modo diverso da chi vuole una Fiat, un’Alfa Romeo, una Lancia o un’Abarth. Lo stesso vale per Peugeot, Citroën, Opel o DS. Ma le nostre concessionarie sono abituate da tempo a proporre più brand ai clienti.

Che scenario apre il preavviso di disdetta del contratto inviato di recente alla rete europea dei vostri dealer?

È un percorso che ci impone l’evoluzione del mondo dell’automobile, ed è importante che i concessionari lo intraprendano il più in fretta possibile. La revoca serve ad accelerare i tempi, per essere pronti in due anni ad affrontare un futuro che sarà sempre più fatto di e-commerce, auto elettrificate, servizi complessi come il noleggio, il car sharing, i pacchetti assicurativi proposti dai venditori. A tutti è richiesto un salto qualitativo molto rilevante sul fronte della mobilità sostenibile. L’ambiente va rispettato. Già oggi il cliente arriva informatissimo negli show room, e chi lo accoglie dev’essere all’altezza. Come chi gli ripara l’auto. Le concessionarie svolgono un ruolo chiave nella fidelizzazione del cliente: il punto focale sta nelle officine.

Il personale dei brand francesi “troverà casa” a Mirafiori? 

Sì. Per noi lavorano circa 900 persone, e Torino è il nostro polo di riferimento in Italia. Mantenere una struttura anche a Milano non avrebbe aiutato a completare l’integrazione tra i due team che hanno intrapreso un cammino molto importante di condivisione. A Mirafiori è quasi pronta la nuova sede, Stellantis Italy House, e sarà attiva dall’autunno. Sarà il cuore pulsante italiano di un grande gruppo mondiale.