NEWS

A Torino si parla del futuro delle competizioni

21 giugno 2016

Al Lingotto di Torino si svolge in questi giorni Sport Conferenze 2016 a cui partecipano ospiti come il presidente della FIA, Jean Todt e Sebastian Vettel.

A Torino si parla del futuro delle competizioni

IL TEMA È LA PASSIONE - La Federazione Internazionale dell'Automobilismo (FIA) organizza da quattro anni Sport Conferenze una serie di conferenze e dibattiti sui temi dello sport a quattro ruote. Vi partecipano ospiti di varia natura: il discorso inaugurale è stato tenuto quest’anno dal presidente Jean Todt (al centro nella foto), ma all'evento sono presenti anche centinaia di delegati, piloti (Sebastian Vettel) e responsabili di scuderie, come ad esempio il numero uno della Toro Rosso (Franz Tost) e l'omologo della McLaren (Jost Capito). L'edizione del 2016 si svolge in questi giorni a Torino e sviluppa un tema di grande richiamo, che avvicina i piloti ai semplici appassionati: gli invitati si confrontano sulla “Passione e innovazione: passato, presente e futuro del motorsport”.

VICINO IL RINNOVO DEL GP A MONZA - Le attività sono cominciate martedì mattina. I primi ad intervenire sono stati Jean Todt e Angelo Sticchi Damiani (a destra nella foto qui sopra), presidente dell’Automobile Club d’Italia (ACI), che ha fornito un aggiornamento sulle difficili trattative per garantire la presenza di una gara della Formula 1 sul circuito di Monza. “I colloqui rimangono complessi” ha spiegato Sticchi Damiani. “L’ACI ha stanziato una cifra molto significativa e in maniera straordinaria si è sostituta all’Automobile Club di Milano”, che ha organizzato finora il gran premio. Sticchi Damiani ha annunciato il possibile intervento di uno sponsor ed ha preannunciato l’imminente conclusione delle trattative, “nonostante vari interventi abbiano complicato le discussioni”.

IL WRC IN KENYA? - Todt ha plaudito al successo della Formula E (“Mai una disciplina all’esordio ha suscitato tanta attenzione”) e ne ha confermato la ricetta, unica fra tutte le discipline a cui partecipano vetture a ruote scoperte: le monoposto elettriche corrono esclusivamente in città e non in circuito, a pochissima distanza dagli spettatori. “Questo elemento è la chiave del successo” le parole di Todt, che ha poi rivolto un ammiccamento al neo-sindaco di Roma: “con Virginia Raggi”, ha scherzato il manager francese, “potremmo discutere sul luogo in cui disputare una gara”. L’ex responsabile del team Ferrari in Formula 1 ha poi dedicato un commento al mondiale rally, “che rimane una vetrina per molti paesi”, tanto da aver suscitato le attenzioni di una nazione come il Kenya, non avvezza a competizioni di questo prestigio. 

LA F1 DEVE RESTARE PERICOLOSA - Dal pomeriggio sono iniziati i dibattiti meno “istituzionali”, dove piloti e responsabili hanno confessato parte del loro amore nei confronti delle gare in pista. Il primo a salire sul palco è Sebastian Vettel, reduce dal secondo posto nel Gp di Baku, che ha fornito una serie di interessanti valutazioni sulla Formula 1. Il pilota tedesco ha esordito rivelando che il padre gli ha trasmesso l’amore nei confronti delle automobili e di essere cresciuto con il mito di Michael Schumacher, pilota che l’ex Red Bull considera una vera fonte di ispirazione. Vettel ha poi lodato il lavoro svolto per mettere in sicurezza le strade di Baku (“Non condivido le perplessità in materia”), prima di rivolgere una serie di ‘consigli’ ai vertici della Federazione: a suo avviso la Formula 1 deve rimanere pericolosa, giacché altrimenti perderebbe molto del suo fascino e della sua attrattiva nei confronti del pubblico.

PIRRO RIMPIANGE IL PASSATO - L’opinione è stata condivisa dagli altri piloti in sala. Fra questi c’era Emanuele Pirro, cinque volte iridato alla 24 Ore di Le Mans, che ha confessato di sentire lontani i piloti odierni: “una volta i piloti scendevano dall’auto sudati e si comportavano in maniera più impulsiva” la sua riflessione, mentre oggi il lato più sanguigno e romantico viene messo in subordine da regolamenti troppo severi. L’intervento più apprezzato è stato quello di Franz Tost, numero uno della scuderia Toro Rosso, che ha riassunto il procedimento che segue prima di ingaggiare un nuovo pilota. La sua opinione è di particolare rilevanza, in quanto l’ex pilota austriaco ha prima lavorato con Michael Schumacher e poi dato fiducia a Sebastian Vettel e Daniel Riccardo.

COME DIVENTARE UN BUON PILOTA - Tost ha spiegato di valutare quattro ambiti: il talento, la passione, l’impegno e l’innovazione. Nel primo caso intende la familiarità del pilota con l’auto e con la scuderia, la sua capacità di valutare le reazioni dell’auto e le varie caratteristiche. In tema di ‘passione’ ha citato Schumacher. “Michael provava da mercoledì a venerdì, il sabato non si allontanava un momento dall’auto e la domenica gareggiava” ricorda Tost. “Per me un pilota deve respirare il motorsport 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno”. Questa capacità non si riflette sull’impegno, che il manager intende più come ‘disciplina’: a suo avviso un bravo pilota deve capire quando alzare il ritmo per non compromettere i pneumatici. L’ultimo ambito deve far si che un pilota sia egoista e determinato, nonché prodotto di un certo percorso: Tost ha confessato di guardare con un certo scetticismo i piloti che non affrontano la dovuta gavetta, partendo dai kart e gareggiando nei vari campionati minori. 



Aggiungi un commento