DISCREPANZE COSTOSE - Le case automobilistiche potrebbero risparmiare fino a 4,2 miliardi di dollari l’anno qualora venissero uniformati i test di sicurezza previsti in Europa e negli Stati Uniti, con evidenti vantaggi in termini economici e di offerta: uno standard comune potrebbe consentire alle aziende di incrementare il numero di vetture a listino, che oggi magari non vengono esportate perché troppo costose da omologare. Lo sostiene una ricerca condotta dall’istituto di analisi Center for Automotive Research (CAR), basato negli Stati Uniti, che fornisce i potenziali benefici derivanti dalla creazione di uno standard unico. L’indagine è stata commissionata da alcune case presenti nell’Alliance of Automobile Manufacturers, gruppo fondato da svariati costruttori con l’intento di rappresentare gli interessi comuni.
ORGANI E PROCEDURE DIFFERENTI - I regolamenti in vigore negli Stati Uniti e in Europa variano profondamente fra loro, obbligando le aziende a rispettare procedure differenti e talvolta ad apportare correzioni anche consistenti prima di vedersi accordare l’omologazione: i tecnici possono trovarsi costretti a sostituire determinati pezzi, sottosistemi o addirittura a variare il disegno esterno delle auto. L’esempio più comune sono le cosiddette bumperette, ovvero protezioni obbligatorie negli Stati Uniti che riparano il paraurti da collisioni a bassa velocità. Queste modifiche, come facile immaginare, determinano un aumento dei costi in termini di sviluppo, collaudo e produzione. Le differenze fra Europa e Stati Uniti sono marcate nei campi dei regolamenti, della conformità normativa e dell’autorità preposta: in Europa il compito spetta alla Commissione Economica per l’Europa (UNECE) e al Consiglio Europeo, mentre negli Usa si deve far riferimento alla più specialistica agenzia nazionale per la sicurezza stradale (NHTSA).
RISORSE SPRECATE - Gli esperti del CAR hanno condotto lo studio intervistando azionisti, dipendenti delle varie authority, associazioni di settore e persone impiegate presso le case o aziende fornitrici. È emerso che questa profonda divergenza costa alle aziende del settore fra 3,3 e 4,2 miliardi di dollari l’anno, che in euro diventano fra 2,97 e 3,78 miliardi. Queste cifre non includono i profitti mancanti a causa dell’incremento dei prezzi, sostenuti per rientrare nelle spese di adeguamento. La diversità costa in media fra 448 e 627 dollari ad automobile (402-563 euro), da sommare ai 200 dollari (180 euro) in materiale. Il CAR non ritiene possibile al momento una completa integrazione fra i due sistemi, ma suggerisce di considerare l’armonizzazione delle procedure e il mutuo riconoscimento delle stesse. In linea teorica ne potrebbero beneficiare anche le stesse automobili, in quanto le case non dovrebbero più destinare risorse per ottenere due omologazioni differenti. Nell'immagine in alto sono evidenziate tutte le aree nelle quali sono necessari degli interventi.