Ore 00:35 circa, io e il mio fidanzato siamo in macchina, sui sedili posteriori, completamente vestiti tranne per le scarpe, parliamo. Vediamo arrivare un’auto della polizia con due agenti all’interno. La mia macchina (in verità di mio padre) era parcheggiata in un parcheggio pubblico, nebbia fitta, capisco i sospetti. Sguscio sul sedile anteriore, del conducente, apro lo sportello e chiedo cosa serva. Fornisco la mia patente, il mio ragazzo fornisce la sua carta di identità (io non avevo la mia), fornisco il libretto e la carta d’assicurazione, insomma i documenti. Scendiamo entrambi e veniamo perquisiti (l’agente scocciato mi dice di indossare le scarpe prima di scendere), l’auto viene perquisita. Non c’è nulla di irregolare. Gli agenti ritornano nelle loro auto con la mia patente e la carta di identità del mio ragazzo e ci dicono di aspettare in auto. Aspettiamo un paio di minuti, anche tre, e l’agente ci riconsegna i nostri documenti e ci augura una buona serata (a questo punto erano le 00:50). È possibile che abbia interpretato il nostro stare appartati come un possibile “atto osceno in luogo pubblico”? Ci ha chiesto cosa facessimo nella vita e dove abitiamo, poi alla domanda “cosa facevate là?” Abbiamo detto solo che stavamo trascorrendo del tempo, senza dire che eravamo fidanzati. Non ci ha consegnato alcun verbale e non ci ha detto nulla a riguardo. Possiamo comunque aspettarci una multa o sanzione di qualche tipo? Forse è il caso di specificare che noi effettivamente una mezzoretta prima avevamo “consumato”, ma era passato un po’ di tempo dall’atto alla polizia, e oltretutto non eravamo in una zona 1) particolarmente visibile 2) abitata (più che altro industriale).