SECONDA TAPPA - Le 450 auto storiche protagoniste della Mille Miglia 2018 stamane alle 6,30 hanno lasciato Cervia-Milano Marittima puntando verso sud, in direzione Roma, seconda sede di tappa, dopo aver toccato Pesaro, San Marino, Tavullia, San Sepolcro, Arezzo, Cortona e Orvieto, con arrivo nella capitale previsto alle 21,15. Ieri le operazioni di partenza sono iniziate alle 14,30 e sono proseguite sino a sera. Le prime a lasciare la pedana di partenza posta in viale Venezia a Brescia sono state le auto più vecchie, quelle che ricordano le prime edizioni della classica gara bresciana. Poi via via quelle degli anni successive sino alle splendide italiane degli Anni 50, la stagione d’oro delle sportive nostrane, soprattutto Ferrari ma non solo loro. Per tutte, l’impegno del confronto con i cronometri, cioè le 21 prove di regolarità in cui si gioca gran parte della classifica. Si tratta di brevi tratti (quasi tutti di poche centinaia di metri, qualcuna superiore al chilometro) che le macchine devono compiere in un tempo stabilito con precisione al centesimo di secondo. Il risultato viene tradotto in punti. E anche se molti partecipano alla Mille Miglia principalmente per il fascino della manifestazione, non mancano i concorrenti che hanno la vittoria come obiettivo.
LUOGHI AFFASCINANTI E AGONISMO - Il percorso di gara prevede numerosi passaggi affascinanti, per ciò che ricordano nella storia della corsa o per l’ambiente e i panorami. Della prima tappa sicuramente si faranno ricordare io passaggi sul lago di Garda, con le località di Desenzano e Sirmione, così come il suggestivo transito nello scenografico parco di Villa Sigurtà, a Valeggio sul Mincio. E poi Mantova, Ferrara, Comacchio, Ravenna, prima dell’arrivo in piazza Andrea Costa a Cervia, dove l’arrivo delle macchine è cominciato alle 21,55. A quel punto dal servizio cronometraggio è arrivata la prima classifica provvisoria al termine della prima frazione. Al comando è risultata la OM 655 S TT Superba del 1929 dell’equipaggio composto da Lorenzo e Mario Turelli, padre e figlio bresciani.12.787 i loro punti. Al secondo posto l’Alfa Romeo 6C 1500 GS “Testa Fissa” del 1933 (del museo Alfa Romeo di Arese) con l’equipaggio argentino Juan Tonconogy-Barbara Ruffini con 12.682 punti. Terzo l’equipaggio dei superspecialisti della regolarità Giovanni Moceri e Daniele Bonetti, su Alfa Romeo 65 1500 SS del 1928. Dietro di loro l’equipaggio Luca Patron-Elena Scaramuzzi su OM 665 S Superba del 1925, che hanno preceduto Fontanella-Covelli su Lancia Lambda Casaro del 1927. Come si vede le “nonne” l’hanno fatta da padrone nelle 21 prove sui pressostati che hanno punteggiato la prima tappa, ma va tenuto conto che il regolamento della Mille Miglia assegna a ogni auto un coefficiente volto a mettere tutte le auto sullo stesso piano. Questo coefficiente premia le vetture più anziane che così riescono spesso a spuntarla anche se i concorrenti su auto più recenti riescono a essere più precisi nelle prove di regolarità.
L’IMPORTANZA DELLA CONTINUITÀ - Turelli-Turelli, l’equipaggio leader della gara al termine della prima tappa, hanno conquistato la loro leadership grazie alla loro continuità. Delle 21 prove cronometrate che sono state disputate durante la prima tappa, solo una li ha visti prevalere, per di più a pari merito con l’equipaggio Sisti-Gualandi su Lancia Lambda VIII Casaro. Altri concorrenti sono stati i più precisi in più di una prova, ma sono stati meno continui nel loro rendimento. Va anche detto che solo in base ai risultati delle prove cronometrate, l’equipaggio migliore sarebbe risultato l’equipaggio Moceri-Bonetti, ma ai due controlli orari della tappa, a Ferrara e a Cervia, i due Turelli su OM sono stati più precisi, riuscendo così a passare in testa.