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Ad Amburgo le batterie hanno una Second Life

26 gennaio 2015

Dall'accordo tra BMW, Bosch e Vattenfall nasce una centrale di stoccaggio elettrico dal recupero degli accumulatori delle auto elettriche.

Ad Amburgo le batterie hanno una Second Life
ENERGIA PER 30 FAMIGLIE - Recuperare le batterie delle auto elettriche per creare delle stazioni di stoccaggio per immagazzinare la corrente proveniente da fonti rinnovabili. È il progetto Second Life Batteries avviato ad Amburgo grazie all'intesa tra BMW, Bosch e il gestore energetico svedese Vattenfall. Un piano nel quale la casa tedesca fornirà gli accumulatori dismessi di ActiveE e i3 che saranno collegati e gestiti da Bosch nella centrale messa a disposizione dall'operatore scandinavo. Dall'accordo dovrebbe nascere entro la fine del 2015 un'unità di stoccaggio creata con oltre 100 batterie per una potenza di due megawatt (MW) e una capacità installata di due megawattora (Mwh), quanto basta per fornire energia a 30 famiglie di quattro persone per sette giorni.
 
NIENTE DISCARICA - Con il progetto Second Life Batteries si ottengono diversi vantaggi. Il primo riguarda il recupero delle batterie delle vetture elettriche che, in assenza di un piano di riutilizzo, comporterebbe costi di smaltimento e ambientali consistenti. Uno spreco evitato sfruttando le qualità degli accumulatori agli ioni di litio di avere ancora un'elevata capacità di stoccaggio anche quando hanno raggiunto la “fine vita” sulle auto. Il secondo è di studiare il “comportamento” delle batterie negli anni e di valutarne la modalità di invecchiamento per acquisire informazioni utili per lo sviluppo dei futuri modelli da installare sulle auto di prossima generazione. 
 
PIÙ ENERGIA PULITA - Un altro beneficio apportato dall'intesa tra BMW, Bosch e Vattenfall riguarda la stabilità del sistema elettrico, in questo caso, della città di Amburgo. L'unità di stoccaggio, infatti, è pensata per favorire l'impiego di forme di energia alternativa, come eolico o fotovoltaico. Fonti che, per natura, sono instabili, cioè capaci di produrre elettricità solo in determinate condizioni (quando c'è il vento per l'eolico o il sole per il fotovoltaico) che non necessariamente coincidono con la domanda energetica istantanea. L'eccesso di “corrente” prodotta in condizioni ottimali, quindi, può essere immagazzinata per utilizzarla quando c'è il picco di domanda energetica o quando sole e vento non sono sufficienti per la richiesta di corrente del mercato. Una possibilità che consente di stabilizzare l'erogazione energetica evitando pure il ricorso a fonti di produzione inquinanti.


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