BUONA NOTIZIA - Detto tecnicamente: il decreto legge Milleproroghe di fine 2014 ha disattivato la clausola di salvaguardia di un vecchio decreto (in mancanza degli introiti previsti, lo Stato può fare ricorso a un aumento delle accise). In due parole, a Capodanno è arrivata una mini-strenna per gli automobilisti: le imposte su benzina e diesel non sono salite. Il governo ha congelato i rincari delle accise. Così è per ora, e sempre che il parlamento converta in legge il Milleproroghe entro fine febbraio 2015.
BRUTTA NOTIZIA - Nel 2016, potrebbe invece arrivare la mazzata. Infatti, il decreto Imu del 2011 prevede il rincaro sui carburanti per coprire l’abolizione della tassa sulla prima casa (poi non cancellata). Se fosse scattato l’aumento delle accise, il fisco avrebbe incassato fino a 671 milioni di euro in più nel 2015, a parziale copertura del mancato gettito per la scomparsa dell’Imu prima casa, più altri 17,8 milioni nel 2016. Il governo Renzi intende far rientrare i quattrini nelle casse dell’erario grazie al “voluntary disclosure”: i detentori di capitali all’estero possono riportare i propri beni in Italia senza subire stangate, grazie a una sanzione in forma ridotta. Se l’obiettivo verrà centrato, niente aumenti delle accise nel 2016. Invece, se mancheranno soldi, il ministero dell’Economia potrà aumentare, entro il 30 settembre 2015, gli acconti previsti per Ires e Irap, e rincarare le accise sui carburanti dal 1° gennaio 2016.
PIENO MENO CARO - Intanto, nonostante il cambio sfavorevole euro/dollaro, la discesa dei prezzi internazionali dei prodotti petroliferi porta altri ribassi alla pompa: le punte minime sul servito? Nel Nord Italia: 1,473 euro per un litro di benzina, e 1,454 per il gasolio.