In seguito all’incontro avuto con il governo la scorsa settimana, lo sciopero dei benzinai, previsto per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, era stato congelato con la speranza di poter trovare un accordo che potesse accontentare entrambe le parti. E invece ora sembra sempre più probabile che l’agitazione possa essere confermata. A generare l'insoddisfazione dei gestori c’è il decreto entrato in vigore nelle ultime ore, che prevede misure ritenute troppo pesanti per gli operatori della categoria.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, non ci sarebbero molti dubbi sulla decisione di proclamare comunque lo sciopero. I gestori ritengono infatti inaccettabile dover segnalare in modo chiaro il prezzo medio del carburante a fianco di quello previsto per i clienti. Le sanzioni per chi non rispetta la norma sono decisamente pesanti: si può arrivare infatti a una multa fino a 6 mila euro, oltre alla sospensione dall’attività fino a 90 giorni in caso di recidiva.
Nelle prossime ore è previsto un incontro da cui dovrebbe emergere la decisione definitiva: “Andiamo avanti: dal decreto ci aspettavamo delle aperture che non ci sono state, invece sono arrivate sanzioni altissime per una misura come quella dei prezzi sui cartelli che non serve a nulla”. L’idea del governo, invece, è proprio quella di rendere i costi applicati in fase di rifornimento il più trasparente possibile ed evidenziare chi arriva a speculare sulle tasche degli automobilisti.
Pensare di arrivare alla sospensione dell’attività dopo la terza violazione è ritenuta una presa di posizione difficilmente troppo pesante: questa potrebbe infatti portare alla chiusura definitiva di molti impianti, oltre a generare problemi con le imprese che riforniscono i distributori.
Bruno Bearzi, Presidente Presidente Figisc, ha così provato a dare dei suggerimenti sugli aspetti che dovrebbero essere modificati e su cosa i gestori non gradiscono del provvedimento: “Ci hanno dato retta sulla media dei prezzi calcolata su base regionale e sullo stop alle comunicazioni quotidiane. Siamo delusi e arrabbiati per le parti del decreto che continuano a individuare nei gestori i responsabili delle storture del sistema attribuendoci ulteriori oneri e soprattutto ulteriori pesanti sanzioni, per questo è molto probabile che si vada verso la conferma dello sciopero”.