GREEN CONTRO GREEN - Si chiama BloodHound SSC, come un missile costruito negli anni '50, l’ambizioso e rischioso progetto di stracciare l’attuale record di velocità terrestre. E non poteva essere altrimenti, visto e considerato che l’obiettivo prefissato: 1.600 km/h. A sfidare le leggi della fisica sarà ancora una volta Andy Green (nella foto più in basso), pilota inglese di 52 anni passato alla storia per essere stato il primo uomo ad infrangere la barriera del suono a bordo di un’auto. Era il 1997 e Green raggiunse con il Thrust SSC i 1.227 km/h nel deserto di Black Rock nel Nevada. Nel suo curriculum, anche il record di velocità per veicoli diesel stabilito nel 2006 a bordo del JCB Dieselmax con una punta di 526 km/h. Per nulla appagato, Andy Green proverà a superare se stesso nel 2016.
LA VELOCITÀ NEL SANGUE - Teatro della nuova impresa sarà una zona deserta sudafricana lunga 20 km. La vettura, se così possiamo chiamarla, è lunga 13,45 metri e pesa 7.786 kg. A spingerla a velocità supersonica ci penseranno tre motori. Il primo è un Eurojet ER200 della Rolls-Royce, lo stesso che viene impiegato dall'aereo da caccia Eurofighter che consentirà arrivare fino a circa 500 km/h. A questo punto interverrà un secondo motore per razzi realizzato appositamente per garantire una velocità superiore ai 1.600 km/h. Un terzo motore, un Cosworth 2.4 V8 da Formula 1 con 750 CV, servirà per alimentare la pompa del carburante del motore a razzo.
LO STATO DELL'ARTE DELLA TECNOLOGIA - In totale sono 130.000 i cavalli a disposizione di Green che dovrà sopportare una forza di circa 2,5 g mentre il sangue gli schizzerà verso la testa. Il pericolo, è che durante la fase di decelerazione (ci penseranno aerofreni, paracadute e freni a disco appositamente sviluppati), il flusso del sangue invertito faccia svenire il pilota. Tutto in questo incredibile mezzo che il BloodHound SSC è realizzato su misura e con standard superiori a qualunque altro mezzo da corsa mai costruito. Come le ruote e il telaio di alluminio che sono stati fusi appositamente con tecniche di forgiatura multipla e poi lavorati con gigantesche presse e successivamente ricavati dal pieno. O il telaio in carbonio, anch'esso con il preciso compito di resistere alle immense forze torsionali generate dalla coppia dei motori jet e razzo è composto da sette strati di fibra uno di honeycomb e altri cinque di fibra: ci sono volute 10.000 ore di lavoro per produrlo (guarda il video qui sotto). Anche le sospensioni anteriori sono qualcosa di eccezionale visto che devono reggere una forza di 30 tonnellate.