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Brexit: è allarme tra le case che producono in UK 

26 giugno 2018

L'associazione dei costruttori conferma le molte preoccupazioni per le pesanti ricadute che potrebbero avere i dazi doganali con L'Unione Europea.

Brexit: è allarme tra le case che producono in UK 

SEGNALE DI ALLARME - C’è allarme nel settore automobilistico britannico per le possibili conseguenze della Brexit e in particolare per le modalità in cui essa si andrà a concretizzare nei prossimi mesi. La SMMT, associazione dei produttori e dei commercianti del settore automotive del Regno Unito a ha fatto sapere che dall’inizio dell’anno al 21 giugno gli investimenti nel settore sono stati pari a 420 milioni di euro, contro i 734 milioni dello stesso periodo del 2017. Il calo è stato del 42,8%. L’organizzazione del settore auto ha spiegato questo fenomeno con la forte incertezza attualmente esistente sul quadro normativo che ci sarà dopo l’uscita dall’Unione Europea. 

CRITICHE ALLA PREMIER INGLESE - Il capo dell’organizzazione del settore automobilistico britannico, Mike Hawes, ha parlato di grande frustrazione ai vertici delle case costruttrici per la lentezza con cui procedono i negoziati tra governo di Londra e Bruxelles. In particolare Hawes ha affermato che Londra deve “riconsiderare la propria posizione sull’unione doganale”. Quindi una critica esplicita e di merito alla premier Theresa May. Il timore del settore automobilistico che si arrivi alla data fatidica del 29 marzo 2019, quando il Regno Unito sarà effettivamente fuori dall’Unione, senza aver raggiunto un efficace accordo sugli scambi commerciali o con un’intesa pasticciata. Entrambe le ipotesi sono viste come sicure portatrici di gravi problemi per le attività e per gli scambi. 

TIMORI PER I GROSSI RISCHI - Quanto sia delicato e importante la questione lo si comprende bene se si considera che il 52% degli scambi commerciali del Regno Unito avvengono appunto con l’Unione Europea. Da lì l’obiettivo del governo di arrivare a chiudere un’intesa di libero scambio doganale, ma la cosa è ancora per l’aria, non essendoci un accordo con le autorità di Bruxelles. E questa è appunto l’incertezza che inquieta. In molti sottolineano che l’industria dell’automobile in Regno Unito occupa circa 800 mila persone con un fatturato di 94 miliardi di euro.

LA COMPONENETISTICA - A dare un’immagine concreta di che cosa potrebbe significare una situazione post-Brexit è venuta una presa di posizione della BMW, presente in Inghilterra con la produzione della Mini e Rolls-Royce. La casa tedesca ha avvertito che se la nuova situazione porterà problemi, in particolare sulle forniture, sarà costretta a chiudere gli stabilimenti. A dichiararlo al Financial Times è stato il manager BMW che si occupa degli aspetti doganali degli approvvigionamenti, Stephan Freismuth. Quanto il problema sia effettivamente grande lo si capisce considerando che il 90% delle componenti per l’assemblaggio della Mini proviene dall’Europa continentale. “Un ritardo alle frontiere per questioni doganali costituirebbe un problema molto grosso con sensibili costi aggiuntivi” ha affermato Freismuth. 



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Ritratto di Agl75
26 giugno 2018 - 22:08
Un po’ di ragioni di business, un po’ di politica e un’altra goccia si somma alla stessa dichiarazione fatta da airbus recentemente.
Ritratto di Giuliopedrali
27 giugno 2018 - 09:55
Ma nel 2020 mettiamo ancora i dazi... !!! Ci credo che Messico Indonesia o Nigeria stanno come PIL complessivo per superare la Germania, e l'India per superare gli USA... C'è un mondo che vive nel 1800 e uno che vive nel futuro.
Ritratto di Dr.Torque
27 giugno 2018 - 10:24
Ah, l'eterno dilemma della democrazia. Giusto lasciare al popolo certe decisioni di strategia nazionale o meglio lasciar fare a chi ha le competenze per valutare tutte le conseguenze?
Ritratto di Zot27
27 giugno 2018 - 16:32
Vero, il problema è che tanta gente va a votare senza essersi ben informata
Ritratto di IloveDR
27 giugno 2018 - 19:37
3
molto spesso manipolata...
Ritratto di Lo Stregone
27 giugno 2018 - 20:36
E la maggior parte crede di essere "libera".
Ritratto di money82
28 giugno 2018 - 17:04
1
Se chi ne avesse le competenze non fosse chi poi intasca eventuali vantaggi sono d'accordo. Peccato non sia mai così. L' unione europea è stata fondata semplicemente per contrastare il potere americano, russo e asiatico. Non si valuta quasi mai il benessere del popolo ma l' interesse di pochi. Questo concetto alla lunga ha stancato, non è la caccia alle streghe, semplice costatazione dei fatti. Quando l' italia per la prima volta dopo 5 anni ha rifiutato un barcone, in quanti si sono fatti avanti? Solo la spagna perchè si era appena insediato il governo e volevano far vedere la loro "generosità", minacciandoci di azione legale, in ogni caso.
Ritratto di herm52
27 giugno 2018 - 15:02
L'Italia, rifacendosi alle parole del grande Profeta, dice: " oh voi lasciate che vengano da me"
Ritratto di Luke_66
27 giugno 2018 - 15:41
4
Non trovo pero' neanche giusto che UK esca dalla UE e abbia comunque tutte opportunita' e agevolazioni dei paesi membri, altrimenti gli altri che ci stanno a fare nell'unione ? a noi gli oneri e a loro i privilegi? Hanno voluto giocare con il fuoco ed e' giusto che ne paghino le conseguenze!
Ritratto di Lo Stregone
27 giugno 2018 - 20:37
L'UK è stata fino a poco tempo una regno molto vasto. Se la caveranno sempre.
Ritratto di Luke_66
28 giugno 2018 - 11:54
4
A maggior ragione, non vedo perche' concedergli privilegi che altri paesi non membri non hanno...