DIAMO I NUMERI - Secondo l’Anfia, Associazione Nazionale filiera Industriale Italiana, nel 2017 il carico fiscale sul comparto automotive ha raggiunto i 74,4 miliardi di euro, il 2% in più rispetto al 2016. Il gettito fiscale, cioè quanto lo Stato ha incassato, è aumentato nel suo complesso: quello derivante dall’acquisto dell’auto è cresciuto del 6,2%, quello derivante dal possesso del 4%, rispettivamente 9,4 miliardi e 6,8 miliardi in più rispetto all’anno precedente. L’utilizzo dell’automobile rappresenta la voce più rilevante, ovvero il 78,2% del gettito complessivo proveniente dall’intero comparto, 58,2 miliardi di euro. In rapporto al Pil, il prelievo fiscale italiano relativo ai motori è significativamente superiore rispetto alla media europea, attestandosi sul 4,3% contro il 3% del Vecchio Continente. In base ai dati di cui l’Anfia è in possesso, si prevede che nel 2018 i numeri continueranno progressivamente a salire.
GLI INCASSI PIÙ NEL DETTAGLIO - Il gettito fiscale sul comparto dell’automobile è costituito da svariate voci. Per quanto riguarda la fase di acquisto di un’automobile, con le sole immatricolazioni nel 2017 lo stato ha incassato 7,59 miliardi di euro in più tra IVA e diritti di motorizzazione rispetto al 2016, un incremento del 6,2%; la riscossione dell’IPT, l’Imposta Provinciale di Trascrizione, ha garantito all’Erario 1,8 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente, (il 6,3% in più). Se si analizzano le voci relative all’utilizzo del veicolo, il gettito fiscale derivante dai combustibili è aumentato dello 0,3%, per un totale di 34,93 miliardi di euro; i pedaggi autostradali hanno reso allo Stato 2,11 miliardi di euro in più (+3,6%); un rialzo anche per parcheggi e contravvenzioni, +0,5% e 5,65 miliardi di euro in più rispetto al 2016. Quanto al mero possesso dell’automobile, nel 2017 il gettito fiscale ha visto un incremento del 4% con il bollo auto, 260 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.