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Come cambierà la mobilità cittadina? La proposta di un lettore

Pubblicato 15 aprile 2020

Il dopo coronavirus pone la questione di come gestire i trasporti nelle città, per evitare l'affollamento dei mezzi pubblici e l’eccessivo uso dell'auto. Una proposta sono le strade ciclabili.

Come cambierà la mobilità cittadina? La proposta di un lettore

LA FASE  2 - L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus potrebbe allentarsi nel giro di qualche settimana e si comincia a parlare della cosiddetta “fase 2”, quella della graduale ripresa delle attività che dovrebbe scattare dopo il 3 maggio. Stando alle indiscrezioni sarà scaglionata, ma dovremo darci nuove regole per evitare, almeno all’inizio, l’eccessivo contatto tra le persone sul posto di lavoro e nei luoghi pubblici.

CI VOGLIONO LE IDEE - Uno dei luoghi più a rischio saranno senza dubbio i mezzi pubblici che, visti gli affollamenti delle ore di punta, potrebbero contribuire al riacutizzarsi della pandemia. È evidente che non si può ipotizzare di lasciare tutto come prima; sono necessarie idee e proposte per ripensare la mobilità delle grandi città. Una di queste arriva da un lettore di alVolante, Marco R., che ha provato a dare una risposta per quel che riguarda la sua città, Milano, ma potrebbe benissimo essere applicata a tutte le città italiane.

LE STRADE CICLABILI - L’idea, almeno sulla carta, è molto semplice: per scaricare i mezzi pubblici ed evitare che tutti i pendolari e i milanesi utilizzino l’auto, l’unica soluzione è spingerli all’uso di mezzi ecologici come biciclette, monopattini e affini (hoverboard, segway e monoruota). E per fare questo occorre individuare alcune strade, sottrarle alle auto e farle diventare strade ciclabili, quindi solo per bici e monopattini. La scelta delle strade da "convertire" va fatta in modo molto oculato per non congestionare troppo quelle che restano per le auto. Nell’esempio qui sopra la proposta del lettore, dove in giallo sono segnate le attuali piste ciclabili presenti a Milano e in arancione e blu le nuove strade ciclabili che si raccorderebbero alle piste per creare una rete viaria ben integrata e realmente percorribile senza insensate interruzioni.

COSTI CONTENUTI - Sempre secondo il progetto del lettore, i costi per la realizzazione delle strade ciclabili sarebbero minimi. Avrebbero bisogno solo di una nuova segnaletica e non dei costosi interventi che invece necessitano le piste ciclabilI classiche. Qui sotto un esempio della trasformazione di viale Monte Nero a Milano, che comunque garantirebbe l'accesso alle auto dei residenti e il carico-scarico delle attività commerciali.


Nell’immagine la situazione attuale di viale Monte Nero a Milano.


Qui sopra ecco come potrebbe diventare viale Monte Nero se fosse trasformato in strada ciclabile.

ALTRE PROPOSTE - Tu cosa ne pensi di questa proposta? Hai altre idee per rivedere la mobilità delle città? Scrivile nei commenti.

> I percorsi nel dettaglio si trovano QUI

> Il progetto è aperto, chi vuole contribuire chieda l’accesso QUI



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Ritratto di Fabry1987
15 aprile 2020 - 19:09
L' idea del Sig.Marco è molto suggestiva ma anche realizzabile. È da tenere conto di come saranno gestiti eventuali ingressi delle vetture di quei cittadini che abitano "affacciati" in queste piste ciclabili, ma anche dell inevitabile riduzione e dei posteggi. Detto questo personalmente penso che Milano con le sue caratteristiche fisiche (pianeggiante e concetrica) sia l ideale per sviluppare piste ciclabili, che negli anni sono state fatte a volte bene a volte male ed in modo insensato.
Ritratto di Pavogear
15 aprile 2020 - 20:18
Basandomi su quelle attualmente presenti, ovvero quelle in giallo, mi domando perché non abbiano pensato da subito ad un collegamento anulare delle ciclabili nei dintorni del centro e soprattutto perché alcune si fermino anche molto distanti da esso
Ritratto di Andre_a
15 aprile 2020 - 19:20
Anch’io penso che in città si debbano disincentivare le auto e incentivare mezzi alternativi. Sarei ancora più radicale, nel senso che le strade che diventano ciclabili lo devono diventare al 100%, senza eccezioni. D’altra parte, non credo una cosa a basso costo, come preventivato dal lettore, possa essere sufficiente: è necessario migliorare nettamente il trasporto pubblico e creare parcheggi con navetta fuori città per i pendolari, fare in modo che i mezzi alternativi di domani siano meglio della macchina di oggi, in modo che i anche i cittadini, dopo l’inevitabile brontolio che segue ogni cambiamento, ne siano felici.
Ritratto di Pavogear
15 aprile 2020 - 20:23
Un cambiamento così radicale non credo sia possibile. Al di là delle persone che già abitano in città e che andrebbero escluse dal divieto per ovvi motivi, ci sono molte persone che hanno bisogno di andare in centro e non possono stare a prendere sempre il mezzo pubblico. Ad esempio un genitore che abita fuori città e deve andare al lavoro in centro e magari accompagnare a scuola i figli, con un cambiamento radicale della mobilità sarebbe costretto a pagare 3 abbonamenti ai mezzi pubblici per poter girare all'interno della città e dovrebbe anche cercare di rispettare sempre gli orari imposti da questi ultimi. Tutto ciò è impraticabile
Ritratto di Andre_a
15 aprile 2020 - 23:26
Non farei tutto dall’oggi al domani, anzi secondo me da questo punto di vista il covid non aiuta per niente dato che fa passare passeggiatori e ciclisti come untori, ma sul fatto che sia assolutamente impraticabile non sono d’accordo, lo fanno in molte città straniere con successo, anche in città che sicuramente hanno meno fondi a disposizione rispetto a Milano. Dove i mezzi pubblici funzionano, questi sono più veloci delle auto (corsie preferenziali + non devi cercare parcheggio), e, per mia esperienza, in città lo è anche la bicicletta, per gli stessi motivi: ok, io sono abbastanza allenato, ma se la bici è elettrica mi sta davanti chiunque. Nel “migliorare il trasporto pubblico” intendevo anche un adeguamento dei prezzi: un abbonamento deve costare meno del risparmio medio di carburante di chi preferisce i mezzi all’auto, mentre per gli studenti dovrebbe costare una cifra simbolica. Per quanto riguarda gli orari ormai, se dici a Google maps che vuoi essere al luogo X per l’ora Y, ti dice quando devi uscire di casa, quali mezzi prendere e dove scendere: io adoro guidare, ma in città, rispetto a fare prima-seconda-prima-seconda incolonnato a 15 km/h e perdere minuti e minuti per trovare un parcheggio prendo tutta la vita la bici, oppure il pullman, dove almeno nel frattempo faccio qualcos’altro. Alla fine della trasformazione, secondo me la gente sarebbe felice di scendere in una strada relativamente silenziosa tra pedoni e ciclisti, e magari decorata da qualche albero, piuttosto che in una intasata da clacson e sgasate di suvvisti incavolati, anche se non può più lasciare l’auto proprio sotto il portone di casa.
Ritratto di Pavogear
16 aprile 2020 - 09:22
Per esperienza personale, ti posso dire che nella città dove studio più o meno vivo già così. Nel senso che per andare all'università vado sempre in bici, che tanto faccio prima o al limite ci metto lo stesso tempo, mentre quando esco con gli amici vado sempre a piedi. Ma quando piove per esempio vado all'università in macchina. Perché ok i mezzi pubblici, ma non mi posso permettere di arrivare tardi a lezione o di dovermi alzare 15 minuti prima per arrivare inutilmente prima (non sembra niente 15 minuti, ma nei periodi brutti diventa pesante). Oppure quando devo andare a fare la spesa per esempio, non riuscirei mai a fare tutto in bici e con la scusa che mi faccio la spesa ogni due settimane, non avrei nemmeno la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici. E poterla fare ogni due settimane avendo la macchina è una grande comodità rispetto a chi deve andare quasi ogni giorno siccome è a piedi e quindi deve prendere al massimo una borsa e un pacco di acqua. Infine, una città chiusa mi impedirebbe anche solo di arrivare nella casa dove vivo in macchina e mi obbligherebbe a prendere il treno per spostarmi, il che poi mi limiterebbe ulteriormente perché magari in un fine settimana col nel tempo non potrei andarmi a fare un giro per i paesi circostanti. Almeno per i residenti e i domiciliati deve essere aperta la città
Ritratto di Pavogear
16 aprile 2020 - 09:23
*il treno per spostarmi dalla città dove abito a quella dove studio
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 10:13
Se i mezzi pubblici fossero efficaci, sarebbero più veloci, o almeno equiparabili, rispetto a una macchina, quindi quando piove, se il problema è svegliarsi 15 minuti prima, potresti preferire i mezzi. Il problema è che per far funzionare il “mio progetto”, nella mobilità pubblica ci devi spendere, e tanto, perché se ai cittadini gli togli e basta, giustamente si incavolano, bisogna anche dargli qualcosa. Non pensare ai mezzi che probabilmente dovresti prendere oggi nella tua città, ma prova a immaginare mezzi puliti, puntuali e fitti a sufficienza in modo che il posto a sedere, non dico sia garantito al 100%, ma almeno sia sempre probabile. Chiaramente sto parlando del dopovirus, perché con la situazione attuale, se proprio non posso starmene a casa, preferirei 1000 volte stare in coda con la macchina o usare la bici anche se piove, piuttosto che salire sui più bei mezzi pubblici del mondo. Riguardo alla spesa siamo molto diversi: una delle poche cose che mi mancano della città è il poter fare la spesa molto più spesso, dato che i negozi sono quasi sotto casa. In campagna, se ho voglia di qualcosa ma l’ho finita mi arrangio per qualche giorno. Infine non sto parlando di intere città chiuse, ma solo di alcune (molte?) strade. I pendolari dovrebbero lasciare l’auto nei parcheggi di periferia e proseguire con mezzi alternativi, chi vive in città e usa l’auto solo per le gite fuori porta potrebbe arrivare a preferire la stessa soluzione, mentre per i parcheggi cittadini rimasti sarebbe data priorità a chi ci vive. Quindi, se il tuo appartamento si trovasse improvvisamente in una strada chiusa al traffico e tu non puoi fare a meno della macchina, la dovresti lasciare più lontano del solito, ma non fuori città.
Ritratto di treassi
15 aprile 2020 - 19:54
Mio nonno andava a cavallo, mio padre con la lambretta, io con l'auto, mio figlio con il segway, mio nipote andrà a piedi....
Ritratto di Andre_a
15 aprile 2020 - 22:52
Mio nonno respirava aria pulita, mio padre tutto lo schifo degli anni ‘70 ‘80, io ho cominciato a vedere un miglioramento...
Ritratto di deutsch
16 aprile 2020 - 08:16
4
bellissima andre_A, basta col pessimismo, evviva l'ottimismo
Ritratto di Road Runner Superbird
15 aprile 2020 - 20:14
Può funzionare col bel tempo, con acqua a freddo ci sono inutili esposizioni ad intemperie che debilitano il corpo rendolo più vulnerabile ai virus. L'automobile privata è il miglior modo per spostarsi isolati. La mia proposta è investire maggiormente nella sanità. Con questa situazione abbiamo capito che le priorità sono altre e dove c'è un forte deficit, appunto nelle infrastrutture sanitarie.
Ritratto di Benjamin
15 aprile 2020 - 20:50
Sono un pendolare e spesso vado in auto fino al margine della città, parcheggio e tiro fuori la bici dall'auto e proseguo. In circa 10 min di bici su ciclabile arrivo. Il meteo, veramente è poco importante: scaldacollo guanti poncho impermeabile... Quando piove il vantaggio è massimo perché si formano incolonnamenti notevoli, mentre con la bici si arriva comunque puntuali. Identico vantaggio all'uscita a fine lavoro. Il freddo è davvero un non problema. Parlo di Bolzano, che d'inverno non scherza. E vedo che anche nel nord Europa (Copenhagen) la gente viaggia in bici tutto l'anno. Questa la mia positiva esperienza. Credo che l'idea dell'articolo sia valida.
Ritratto di Andre_a
15 aprile 2020 - 22:58
@Road Runner Superbird: nel nord Europa il clima è molto peggiore che da noi, più persone vanno in bici eppure non sono tutte debilitate. La medicina mi sembra concorde nel fatto che andare in bici è sempre più salutare che in macchina (tranne se si parla di persone che soffrono di determinate patologie). Sul fatto che dovremmo investire di più in sanità, invece, sono d’accordo.
Ritratto di deutsch
16 aprile 2020 - 08:23
4
ti appoggio di nuovo, e poi non si può ragionare sempre sul coronavirus, c'è oggi ci sarà domani ma prima o poi passerà. personalmente uso già spesso la bici quotidianamente per spostamenti di lavoro ed è una cosa che mi piace molto e piena di vantaggi, si resta meno sedentari, si evita di inquinare, è a costo zero. chiaro non è per tutti e per tutte le situazione ma quando vedo gente che riferisci di fare in macchina tragitti di 2/4 km a tratta per andare al lavoro mi sembra proprio un inutile spreco figlio di una popolazione sedentaria e eccessivamente comoda. poi ci saranno quelli che criticano la bici riferendo che i ciclisti sono indisciplinati oppure che è pericoloso.
Ritratto di Pavogear
15 aprile 2020 - 20:15
L'idea in sè non è male, anche se come detto dall'articolo c'è il rischio di congestionare le strade e potrebbe mettere in difficoltà chi per un qualsiasi motivo avesse bisogno andare in una di quelle zone. A questo proposito si potrebbe pensare ad un ingresso prenotabile per chi ne ha bisogno ed è al di fuori dalle categorie sopra citate
Ritratto di Andre_a
15 aprile 2020 - 23:30
Se riduci le strade percorribili, almeno all’inizio, le congestioni non sono un rischio, ma una certezza. Col tempo la gente si accorgerà che ci si sposta più velocemente senza macchina, e anche il traffico migliorerà.
Ritratto di deutsch
16 aprile 2020 - 08:24
4
anche perche il tentativo di decongestionare è già in corso con l'area A e B chiuse a certe auto
Ritratto di maurizio.allocco
16 aprile 2020 - 17:31
VERISSIMO!
Ritratto di ardo
15 aprile 2020 - 20:45
https://www.repubblica.it/dossier/ambiente/green/2020/04/14/news/coronavirus_fiab_bici_e_mezzo_ideale_per_la_fase_2-254001519/
Ritratto di Meandro78
16 aprile 2020 - 08:25
Le città vanno ripensate ma partendo dall'urbanistica, con spese e investimenti relativi. Inutile lasciare simili proposte ad una classe dirigente, politica e non, piena di inetti, improvvisati, arraffoni e senza palle!
Ritratto di Paolo-Brugherio
16 aprile 2020 - 13:10
6
Quanti commenti... ma faccio presente che anche dove c'è la pista ciclabile, ancora in parecchi (soprattutto extracomunitari, ma anche donne e pensionati) pedalano sulla adiacente strada comunale o provinciale, senza luci quando c'è buio! E ti mandano affa'n... se gli dici di spostarsi sulla pista ciclabile!
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 15:07
Purtroppo molte ciclabili sono in pessime condizioni e sono ostruite da pedoni e auto parcheggiate. Ci sarà sempre il finto professionista che considera degradante pedalare sulle ciclabili, ma la maggior parte delle persone non è masochista, tra una strada trafficata e una ciclabile in buone condizioni sceglieremmo quasi tutti la seconda.
Ritratto di Paolo-Brugherio
16 aprile 2020 - 16:43
6
Parlo di Cologno Monzese, dove pista ciclabile e percorso pedonale attraversano in tutta la lunghezza il territorio comunale. Purtroppo ci sono impediti che preferiscono farsi fare il pelo dalle auto piuttosto che pedalare in sicurezza sulla ciclabile. Per non parlare di quelli con caschetto e tutine multicolor: per loro sarebbe un'offesa pedalare sulla ciclabile!
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 18:28
Mi sembra strano ma mi fido, a Cologno Monzese non ci sono mai stato e purtroppo i masochisti esistono. Attenzione però, che spesso le ciclabili che dalla macchina sembrano in buone condizioni, quando ci sei sopra fanno un’altra impressione. Io sono uno di quelli che spesso si mette (o meglio metteva finché era permesso) caschetto e tutine multicolor, ma le poche ciclabili ben fatte che incontro le ho sempre fatte volentieri, e come me tutti quelli che incontro: sono un’ottima occasione per rilassarsi un attimo e fare due chiacchiere senza disturbare nessuno oppure per spingere a tutta senza preoccuparsi delle macchine. Le ciclopedonali no, perché li con la bici da corsa rischi seriamente di ammazzare qualcuno.
Ritratto di Paolo-Brugherio
16 aprile 2020 - 18:45
6
In provincia di Milano esistono i navigli, al cui fianco ci sono strade dedicate esclusivamente a pedoni e bici. Una volta ho costeggiato in bici il naviglio Martesana, da Milano fino a Cassano d'Adda e poi sulla sterrata che fiancheggia il fiume Adda, fino ad arrivare alla diga di Trezzo sull'Adda (circa 40 km...!). Al ritorno pomeridiano purtroppo ho trovato parecchi che, con caschetto e tuta aderente, facevano lo slalom a tutta velocità tra pedoni e ciclisti che, come me, non avevano la pedalata arzilla come all'andata. Tornando al discorso delle ciclopedonali, embè, talvolta il fondo è di autobloccanti e quindi meno "appetibile" dell'asfalto, ma comunque non così tanto da giustificare un suo non utilizzo.
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 20:21
La Toscana è una delle regioni in cui il ciclismo è storicamente più radicato, può essere che in media i ciclisti di qui siano più civili che altrove, non ti saprei dire, ho pedalato spesso in altre nazioni, ma in altre regioni quasi mai. Comunque hai descritto esattamente il motivo per il quale non faccio le ciclopedonali: in una ciclabile “pura”, anche il ciclista più lento va più veloce della tipica famiglia a spasso, occupa meno spazio ed è soprattutto più prevedibile: se proprio dovessi incontrare uno evidentemente insicuro (cosa legittima, ci mancherebbe altro) rallento, gli urlo un “ti sorpasso alla tua sinistra” prima e un saluto dopo. Se andassi a 30-40km/h su una ciclopedonale mi sentirei un pericolo per gli altri, soprattutto bambini, quindi preferisco rischiare io e restare su strada, in fondo la legge mi permette di decidere.
Ritratto di Paolo-Brugherio
16 aprile 2020 - 23:22
6
Beh.. non so se sei stato in Germania o in Olanda dove, con bambini a rimorchio delle bici (io non lo farei mai, anche solo per il fatto di non vederli e di non farli sentire isolati), c'è comunque una civiltà che noi ce la possiamo sognare. Se però ti azzardi "a camminare" sulla pista ciclabile, è meglio che tu non conosca la loro lingua, per via gli epiteti chi ti urlano i ciclisti!
Ritratto di Andre_a
17 aprile 2020 - 01:41
No, non ci sono mai stato. Ho vissuto però un paio di anni a Budapest, una città che almeno economicamente non dovrebbe avere niente da invidiare a quelle italiane, eppure ciclabili e mezzi pubblici sono notevolmente superiori. Per lavoro facevo sempre una bellissima ciclopedonale lungo il Danubio dove, pur condividendo la stessa striscia d’asfalto, la segnaletica spiegava chiaramente ai ciclisti di stare da un lato e ai pedoni dall’altro. Se trovavi un gruppo di persone dal lato sbagliato, al 99% erano turisti italiani. Ma la cosa che mi faceva arrabbiare non era quella (in fondo non ci siamo abituati, anch’io mi sono sicuramente sbagliato le prime volte) ma il fatto che invece di chiedere scusa, la maggior parte ti mandava a quel paese in Italiano, probabilmente convinta di non essere capita.
Ritratto di Paolo-Brugherio
17 aprile 2020 - 15:01
6
La stessa cosa del non rispettare le regole locali l'ho vista a Londra dove, sulle scale mobili della metropolitana, bisogna stare sulla destra, in modo di lasciar andar avanti sulla sinistra chi vuole procedere più speditamente. Quei pochi impediti che si piantonavano sulla sinistra erano italiani... e poi ci si domanda perchè noi siamo considerati (a ragione) il terzo mondo dell'Europa!
Ritratto di federico p
18 aprile 2020 - 10:44
2
Gli inglesi lasciamoli perdere. Sorry Sorry Sorry Sorry Sulla metro si sente solo questo tutti che corrono come pazzi ma svegliatevi prima la mattina. Sull'argomento ciclisti sulla strada quando vicino c'è la pedonale è vero lo fanno,ma spesso lo fanno perché fare la ciclabile è molto più pericoloso sia per un fondo irregolare che porta problemi alla schiena a lungo andare e sia perché nelle svolte le auto faticano a vederti, Io lo ammetto ero un ciclista poi per la cervicale ho smesso ora sono auto,ma spesso nella città dove abitavo Roma non andavo sulle ciclabili perché più pericolose ma preferivo andare sulla strada perché la velocità delle auto era simile alla mia, non fate discorsi senza senso del tipo e la Colombo? E la Palmiro Togliatti? Quelle sono strade dove si corre e sono da evitare. Ma vi ripeto le ciclabili in città servono a poco serve educazione da entrambi le parti
Ritratto di Andre_a
18 aprile 2020 - 11:13
@federico p: in tutte le metro straniere in cui sono stato ci si mette su un lato per far passare chi ha fretta: mettersi sull’altro mi sembra un po’ come mettersi in corsia di sorpasso in autostrada ai 110 mentre l’altra è vuota e quelli che ci sfanalano dovevano svegliarsi prima. E almeno dicono “sorry” invece che “levati dalle p...”. Il discorso sulle ciclabili lo condivido tranne l’ultima frase (ma forse l’ho solo capita male): è verissimo che ci vuole prima di tutto educazione da entrambe le parti, ma una ciclabile fatta bene può aiutare molto. Infine, se andare in bici ti piaceva, potresti provare a consultare un biomeccanico: spesso i dolori sono causati da una posizione scorretta o da una bici troppo grande o piccola.
Ritratto di Sumaticaz
16 aprile 2020 - 13:54
Ma ki deve fare ...30km?
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 15:11
30 km? Tutti nel centro di una città italiana? Da Milano con 30 km sei a metà strada per Bergamo.
Ritratto di Paolo1951
16 aprile 2020 - 15:18
A Roma ci sono più 30 km per andare dall'EUR ai Parioli... e in mezzo ci sono pure le salite
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 18:05
Non so se EUR e Parioli siano classificabili come centro cittadino, ma se anche lo fossero staremmo parlando di una delle massime distanza percorribili all’interno della più estesa città italiana. Ah, e secondo Google maps tra EUR e Parioli ci sono 14 km, non 30, una distanza pedalabilissima da una persona sana.
Ritratto di federico p
18 aprile 2020 - 10:49
2
Forse non conosci bene la tua città,ma dall' EUR per arrivare ai Parioli hai salite molto leggere. L'unico vero problema è la Colombo che non ha una ciclabile utilizzabile
Ritratto di Mbutu
16 aprile 2020 - 15:19
Non sono un amante della mobilità urbana in bicicletta perchè fra ineducazione e maleducazione mediamente il ciclista è meglio perderlo che trovarlo. Ma se accompagnato anche da campagne di educazione stradale, il potenziamento delle ciclabili sarebbe un enorme vantaggio per le città. C'è inoltre il problema che molto spesso la viabilità è cresciuta in maniera un po' naif. E quindi chiudere alcune tratte al traffico veicolare rischierebbe di trasformare le città in dedali. E' certo che, virus o non virus, i mezzi pubblici vadano potenziati se si vuole alleggerire il carico di traffico.
Ritratto di Andre_a
16 aprile 2020 - 16:44
@Mbutu: ricordiamoci che il ciclista è innanzitutto una persona, non è che se ti si mette una bici sotto al sedere ti trasformi in un criminale.
Ritratto di maurizio.allocco
16 aprile 2020 - 17:12
SAREBBE ORA! Proprio il momento particolare di blocco totale consentirebbe a tutte le città grandi e piccole di "approntare" facilmente la posa in opera di una pianificazione di mobilità leggera, sostenibile, a basso impatto ambientale ed economicamente vantaggiosa, sia nella realizzazione sia negli effetti collaterali! Gli esperti ci sono già!! Da tempo le proposte ci sono, a livello di impegno per stato, regioni, città metropolitane sia economico che di protocolli d'attuazione. Basta chiedere, cercare e impegnarsi. Per rendersi conto che è possibile, non mancano gli esempi in giro per il mondo ma anche vicino a noi e pure in alcune realtà italiane. Benvenute proposte. Sarebbe facile per chiunque, amministrazioni e cittadini, rendersi conto una volta attuati tali piani, che si possono portare avanti queste abitudini oltre l'emergenza. Per un "ambiente-città" più vivibile, a misura d'uomo, più LUOGO e meno NON-LUOGO.
Ritratto di maurizio.allocco
16 aprile 2020 - 17:33
https://www.bikeitalia.it/2020/04/09/perche-ogni-citta-deve-dotarsi-di-una-rete-ciclabile-di-emergenza/?fbclid=IwAR0zXtgyDN5EXzb4IdXO156_hhdOs9XccizoV-_OnkoGxhrjUIpzdmUL9Ao
Ritratto di marcoluga
16 aprile 2020 - 21:45
2
Ma trasformare le strade a doppio senso in sensi unici e dedicare metà della carreggiata alle bici? Basta volerlo.
Ritratto di Giulio Menzo
19 aprile 2020 - 12:07
2
È una bella proposta. Ottima l'idea del raccordo anulare.