UN GRIDO DI DOLORE - “Per il mercato dell’auto in Italia questo è il momento peggiore da quando esistono le macchine”. Ad affermarlo è Filippo Pavan Bernacchi (nella foto sotto), il presidente della Federauto (l’associazione che raggruppa i concessionari italiani di tutte le marche), intervenuto all’annuale convegno dei dealer italiani nell’ambito del Motor Show di Bologna. “La situazione è tale, ha proseguito Pavan Bernacchi, che per i concessionari italiani sembra quasi valere quanto prevede il calendario dei Maya, che fa cessare il mondo col dicembre 2012”. Del resto la crisi economica che sta creando difficoltà in tutta Europa, è particolarmente difficile proprio nel nostro paese.
“È UN SETTORE IMPORTANTE CHE VA SALVATO” - “Rispetto a 20 anni fa, ha spiegato il presidente di Federauto, la benzina è cresciuta del 170%, i costi assicurativi del 202%, i pedaggi autostradali del 198%. E come se non bastasse, la deducibilità fiscale delle auto aziendali, al 40% fino a un anno fa, si è ulteriormente ridotta al 27,5% e passerà addirittura al 20%, mentre nel resto dell’Europa è al 100%. Con il paradosso, uno dei tanti, che per finanziare la riforma del lavoro si creano nuovi disoccupati. Per effetto della contrazione dei volumi nel 2012, il 65% dei concessionari chiuderà in perdita (nel 2011 era del 47%). E i dati sulle immatricolazioni di novembre confermano la previsione di una perdita del 20% delle vendite per il 2012, proiettando l’anno a circa 1,4 milioni di unità: significa che abbiamo perso oltre il 40% del mercato in cinque anni. E per il 2013 si prevede un ulteriore calo del 5%, verso quota 1.330.000 immatricolazioni”.

BISOGNA CAMBIARE LE REGOLE - Il settore dell’auto “in termini di fatturato vale in Italia 12 volte l’Ilva di Taranto”, ha continuato Pavan Bernacchi, “eppure finora in pochi sembrano accorgersi dei disincentivi che si sono abbattuti sul mondo degli autoveicoli e quindi sui cittadini”. Per il presidente di Federauto, comunque, la ripresa è possibile a patto che si cambino le regole, a partire dal rapporto tra le case e le concessionarie. “Non ci sono e non ci saranno più i volumi di una volta, ha aggiunto, quindi il sistema così come è stato concepito non regge più. Occorre un nuovo patto, un nuovo pacchetto di regole tra costruttori e concessionari. Confidiamo che si possa arrivare a qualcosa di concreto. Ho la sensazione che possa ripartire quel tavolo di lavoro con il governo che era iniziato a maggio e poi non più riconvocato". A quel tavolo Federauto porterà nuovamente la sua proposta di “incentivi allo svecchiamento del parco” che la settimana scorsa ha illustrato al sottosegretaro alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà. “Non abbiamo avuto nessuna promessa, ma molta disponibilità”, ha detto Pavan Bernacchi. E poi ha concluso: “se gli incentivi vengono dati ad altre categorie li rivendichiamo anche noi. Come mai se gli incentivi sono ritenuti una distorsione del mercato si è deciso di finanziare con 80 miliardi di euro il fotovoltaico? E perché l’Europa si accinge a varare un piano di aiuti per i costruttori al fine di incentivare la ricerca e lo sviluppo e in Italia si negano gli incentivi? Allo scopo di uscire dal tunnel e far riprendere i consumi di un parco auto ormai sempre più vecchio, appoggiamo la proposta dell’Aci per una riduzione del 40% della Rc auto e chiediamo al governo di fissare un tetto massimo per legge alle accise, aumentate ben sette volte durante il Governo Monti”.