UN ALTRO COLPO - Per i concessionari italiani non è soltanto la crisi economica a metterli in difficoltà. Un contributo lo dà anche il governo con la sua politica che non tiene conto della realtà. Ad affermarlo è la Federauto, l’associazione che raggruppa i concessionari d’auto italiani, di tutte le marche. Le sue prese di posizioni critiche nei confronti dell’esecutivo sono già molteplici e l’ultima si riferisce alla legge di stabilità (quella che in passato veniva chiamata “Finanziaria”) con la quale il governo ha introdotto l’aumento di un punto dell’Iva.
CI VANNO GIU' DURO - “Siamo allibiti” ha dichiarato il presidente della Federauto Filippo Pavan Bernacchi commentando le misure inserite nella legge varata dal Consiglio dei ministri l’altra notte, tra cui l’aumento delle aliquote Iva di un punto: dal prossimo luglio 2013 quella che era il 10% diventerà 11% e quella che era 21% salirà al 22%. “La nostra è un’economia basata sui consumi e la politica fiscale del Governo Monti ha colpito e colpisce i consumi” - argomenta il presidente della Federato - “L’Iva su un telefonino incide per pochi euro, su un autoveicolo pesa in media 220 euro per ogni punto. Con questa coltellata alle spalle un cliente pagherà quindi l’auto 440 euro in più rispetto all’era pre-Monti”.
RIDUZIONE DELLE ALIQUOTE IRPEF - Assieme all’innalzamento dell’Iva, il governo ha anche varato una riduzione dell’Irpef sui redditi fino a 15 mila euro e sino a 28 mila euro: per i primi la percentuale da applicare è scesa dal 23 al 22 %, mentre per la fascia di redditi superiore l’abbassamento è dal 27 al 26%. Ma a proposito di questa misura i concessionari non nascondono il loro scetticismo: “Federauto ritiene che il taglio dell’Irpef, collegato all’aumento dell’Iva, sia solo fumo negli occhi per i cittadini, che però non si fanno più abbindolare. È chiaro che il Paese cadrà ancora più in recessione”, è stato il commento dell’organizzazione.
GLI INCENTIVI “ELETTRICI”? UNA BEFFA - Nel commentare l’aumento dell’Iva, il presidente della Federauto torna anche sugli incentivi per l’auto elettrica, che entreranno in vigore dal prossimo gennaio e che il rappresentante dei concessionari ha definito una beffa: “Proponiamo ancora di bloccare il provvedimento, e destinare quei milioni di euro ai terremotati o ad abbassare le accise sui carburanti. Sono soldi pubblici buttati e noi che ne beneficeremmo non li vogliamo. Quando troveremo interlocutori che sono disposti a ragionare senza preconcetti per ridisegnare la mobilità del futuro?”.






















