TUTTO FERMO A PRIMA DEL '59 - Paesaggi mozzafiato, acque cristalline, cultura, musica e poesia ma soprattutto una passerella continua di automobili “vintage” che si sposano alla perfezione con lo sfondo dei palazzi coloniali. Un viaggio a Cuba è un po’ come essere trasportati in una dimensione spazio-temporale ai più sconosciuta, a causa di un regime comunista dalla legislazione ferrea. Che, se per i turisti vuol dire un fascino introvabile in nessun altro Paese del mondo, per gli “indigeni” significa fare i conti con limitazioni a dir poco assurde. È il caso del divieto di acquistare veicoli nuovi ed usati che non fossero tra quelli importati prima della rivoluzione.
ORA SI LIBERALIZZA - Una piccola apertura era stata concessa nel 2011 dal Presidente Raul Castro nell’ambito di una maxi riforma del sistema. Una disposizione consentiva infatti, per la prima volta, la compravendita di automobili ma previa autorizzazione governativa. Con conseguente clima di insoddisfazione e soprattutto di forti speculazioni (il mercato nero su tutti). Arriva oggi la notizia, riportata dal quotidiano del partito comunista Granma, della decisione del governo cubano di liberalizzare il mercato automobilistico locale. Prima di festeggiare però, i cubani farebbero bene ad aspettare l’ufficializzazione della regolamentazione, attesa a giorni. Quanto ai turisti, nessun problema: le vecchie auto degli anni 50 continueranno a far parte del paesaggio unico e affascinante dell'isola caraibica.