NUMERI MINIMI - In quell'enclave di mondo che è l'isola di Cuba, la vendita di auto è stata liberalizzata dal governo di Raul Castro nel 2011: una rivoluzione copernicana che permette l'acquisto ai cittadini di mezzi a motore senza bisogno di permessi governativi. Rivoluzione rimasta, col senno di poi prevedibilmente, sulla carta: dall'inizio del 2014, infatti, sono state vendute solo 50 automobili e 4 motociclette, per un valore totale di 1,283 milioni di pesos. Il peso, a Cuba, è una moneta dal volto duplice: la Moneda Nacional è usato internamente per salari e pensioni; quello convertibile, per tutti i generi di consumo di natura capitalista-occidentale, dalla benzina ai ristoranti, fino a molti cibi e prodotti d'importazione. Calcolato in pesos convertibili, il controvalore è pari a poco più di 940.000 euro: significa che il valore unitario di ogni transazione è pari a poco meno di 24.000 pesos, circa 17.600 euro.
QUOTAZIONI IPERBOLICHE - Una bella cifra, che spiega come il basso numero di vendite sia figlio dell'alto costo delle automobili. Se lo stipendio medio supera a stento i 20 dollari (meglio dire, poco meno di 20 euro, visto che il dollaro è una valuta non più accettata dal 2004) mensili, pagare una Punto del 2008 l'equivalente di 20.000 euro non è sostenibile; lo stesso vale per una Peugeot 106 di 10 anni, che è quotata sui 12.000. Se le utilitarie con qualche anno sulle spalle hanno gli stessi prezzi che da noi hanno le berline di fascia media (nuove o quasi), va anche peggio per prodotti più lussuosi: un'Audi A4 del 2000 è quotata più di 30.000 euro. Il motivo è semplice: legge della domanda e dell'offerta, analogamente a quanto succedeva negli ex Paesi socialisti dell'Europa subito dopo la caduta del muro.
LUNGA VITA ALLE VETERANE - Se la situazione non cambierà (e, stando così le cose, è un'eventualità improbabile), l'ammodernamento della rete di trasporti pubblici, che il governo ha promesso di realizzare con gli introiti del mercato auto così liberalizzato: le vetture degli anni Cinquanta, per lo più americane o sovietiche, tutte risalenti al periodo pre-castrista, avranno ancora vita lunga, per la gioia dei turisti.