UN TRIONFO - Nasser Al-Attiyah non ha voluto correre rischi ed è arrivato al traguardo con il dodicesimo miglior tempo nella decima e ultima tappa della Dakar 2019, ben sapendo che a meno di clamorosi ribaltoni nessuno avrebbe potuto soffiargli la leadership (si presentava all’ultima tappa con oltre 50 minuti di vantaggio). E così è stato: il pilota della Toyota ha fatto sua dalle “retrovie” la 41° edizione del rally raid più celebre e popolare al mondo, che a dispetto del nome si è corso quest’anno in Perù. Per Al-Attiyah è il terzo successo in carriera, dopo quelli del 2011 con la Volkswagen e del 2015 con la Mini, mentre la Toyota non si era mai imposta fra le automobili.
DELUSIONE PER LA MINI - Al-Attiyah si è confermato un pilota regolare e affidabile, con meno “guizzi” di altri ma poco incline all’errore. Lo ha assistito il pick up Toyota Hilux, trasformato dal team ufficiale della casa giapponese nel miglior veicolo di questa Dakar. La Toyota si è tolta una bella soddisfazione e ha dato un grosso dispiacere alla Mini, che si presentava all’edizione 2019 con due vetture (un fuoristrada “classico” e un buggy a ruote scoperte) e uno squadrone con Carlos Sainz, Stephane Peterhansel e Nani Roma. L’unico a potersi ritenere soddisfatto è proprio Roma, secondo in classifica, mentre Sainz (vincitore della decima tappa) ha accumulato un ritardo non indifferente nelle prime tappe e Peterhansel si è ritirato.
LOEB TERZO - Roma però non è mai riuscito ad impensierire Al-Attiyah, messo in difficoltà per lunghi frangenti solo da Peterhansel e Sebastien Loeb, terzo in classifica, che pur vincendo quattro tappe (nessuno meglio di lui) ha dovuto fare i conti con i problemi meccanici della sua Peugeot semi-ufficiale. Il primo italiano in classifica è Camelia Liparoti, al volante di un UTV (piccoli fuoristrada con la struttura di sicurezza a vista) con motore Yamaha: è arrivata trentottesima.