DUE PESI DUE MISURE - Le annunciate conseguenze positive delle ultime iniziative del governo e dell’Unione europea dovrebbero dare i primi risultati tra un tempo non precisato ma certamente non la settimana prossima e sicuramente neanche per il mese prossimo. In sostanza, non si sa bene quando queste conseguenze ci saranno e come si manifesteranno. Se ci saranno. Quelle che invece si vedono subito e molto chiaramente sono le conseguenze, per niente positive, delle ultime vicende egiziane.
AREA CALDA - L’Egitto è nel cuore dello scenario petrolifero, sia come produzione che soprattutto come collocazione nelle rotte logistiche della movimentazione dell’oro nero. Inesorabile che eventi come quelli che si stanno verificando nel paese si facciano sentire nelle stanze dell’economia, a partire da chi manovra il mercato del petrolio. E in questo caso i segnali si vedono subito e sono inequivocabili.
RAPIDITÀ - Così ieri si è assistito a un aumento dei prezzi da parte delle pompe facenti capo all’Eni, con una variazione di 1 centesimo al litro, sia per la benzina che il gasolio. Non sono poi mancati gli altri protagonisti del mercato: Tamoil, TotalErg, Q8 e Shell.
AUMENTI - I prezzi medi nazionali sono così lievitati arrivando a 1,823 euro per la benzina e 1,722 euro per il gasolio. Il prezzo più alto rilevato è di 1,859 euro al litro per la benzina e 1,741 euro per il gasolio. Da sottolineare che in forte ascesa è anche il prezzo del gpl: quello medio è arrivato a 0,812. I prezzi in questione sono quelli in modalità “servito”.
ALTRI VALORI - Per completezza e correttezza va però anche detto che
Quotidiano Energia ha registrato prezzi un po’ più bassi. Per la benzina: da 1,805 euro al litro (Eni) a 1,823 euro (Tamoil) con i
distributori no logo che si fermano a 1,695 euro. Per il gasolio: da 1,707 euro (Eni) a 1,722 euro (Tamoil), e le “no logo” a quota 1,583 euro. Per quanto concerne il gpl i valori minimo e massimo sono 0,755 euro per la Shell e 0,770 dell’Eni (con le “no logo a 0,721 euro).