L’ALTRO INQUINAMENTO - Il rumore dei veicoli è il nuovo fronte ecologico aperto dall’Unione europea. Il Parlamento comunitario ha infatti preso in esame un progetto di normativa che mira a introdurre dei limiti di inquinamento sonoro agli autoveicoli. L’iniziativa prende le mosse dalla constatazione che oltre la metà della popolazione dell’Unione europea è esposta normalmente a rumori provenienti dal traffico veicolare superiori a 55 decibel. La preoccupazione nasce dalle constatazioni scientifiche secondo cui il rumore crea “notevoli problemi alla salute, causando malattie cardioivascolari e altro”.
OPINIONI DIVERSE - Attualmente in Europa vige un limite di 74 decibel riguardante il rumore a bordo dei veicoli. La proposta iniziale all’avvio della discussione nel Parlamento europeo parlava di una riduzione di tale limite attraverso tre step fino ad arrivare a 68 decibel, con l’aggiunta di una tolleranza di un decibel per i veicoli più potenti. Durante il dibattito però sono emerse posizioni meno rigide e si sta andando verso un testo meno netto sulla soglia massima di rumorosità.
SOLUZIONI MIRATE - Ci dovrebbe essere dunque l’introduzione di limiti che tengano conto del rapporto peso/potenza del veicolo; inoltre è prevista la creazione di quattro categorie di veicoli così da poter avere delle regolamentazioni che considerino le differenze legate alla peculiarità dei mezzi. Ciò significa che se per le auto sportive non dovrebbero esserci grandi cambiamenti, per le auto di grande diffusione si arriverà alla soglia dei 68 decibel. Tutto ciò con tempi meno pressanti di quelli si pensava di adottare. I nuovi limiti dovranno infatti entrare in vigore non prima del 2019 per le nuove omologazioni e per il 2021 per le nuove immatricolazioni.
NON SOLO L’AUTO - Non tralasciando alcun aspetto della rumorosità dei veicoli, il Parlamento ha anche sancito che la Commissione europea predisponga uno studio sull’incidenza degli pneumatici e dei fondi stradali sulla rumorosità complessiva. Oltre a ciò l’assemblea di Strasburgo ha anche auspicato che così come avviene per le emissioni di CO2, anche la rumorosità diventi un’informazione obbligatoria e controllata che le Case costruttrici devono mettere a disposizione del mercato.