NEWS

Faraday Future, ora è davvero finita

02 novembre 2018

Faraday Future, l’azienda americana con capitali cinesi e grandi ambizioni da "anti-Tesla", sembra aver perso anche l’ultimo treno.

Faraday Future, ora è davvero finita

SEMBRAVA PROMETTENTE - Faraday Future è un’azienda che ha fatto molto parlare di sé. Conosciuta come “la Tesla d’oriente”, la compagnia capitanata dal miliardario cinese Jia Yueting è stata capace di attirare alti profili come ad esempio Marco Mattiacci, ex team principal della Ferrari. Poi però il suo patron-manager ha prosciugato le finanze della società. Un vortice negativo, quello attorno alla compagnia cinese, che sembra non conoscere fine. Nel 2017 la disastrosa presentazione del prototipo della Faraday Future FF91, la prima vettura elettrica della Faraday Future, al CES (sul palco la macchina si è bloccata ben due volte), poi la fuga generale dei manager di spicco a poche ore dall’inizio della manifestazione americana. Tra di essi possiamo citare Ding Lei, alto dirigente di LeEco e Ceo Global di Faraday Future, il responsabile commerciale del marchio, Marco Mattiacci, e Joerg Sommer, vice presidente marketing e sviluppo di prodotto. Il tutto condito da episodi spiacevoli come fatture non pagate ai fornitori, i lavori dell’impianto americano che non sono praticamente mai partiti e una gestione economico-finanziaria scriteriata.

CATTIVA GESTIONE - Per far comprendere meglio il livello di complessità della gestione finanziaria delle Faraday Future basti pensare che all’interno della stessa società era inglobata LeEco, una compagnia che è stata definita più volte la “Netflix cinese”, famosa anche per la realizzazione di smartphone low cost. Entrambe le società gestite da Jia Yueting che, tra le altre cose, è finito nella lista del Governo cinese dei cattivi pagatori. A giugno 2018 la situazione sembrava essersi sbloccata grazie ai 2 miliardi di dollari portati in dote da Evergrande Health, una holding con sede ad Hong Kong che controlla media e aziende sanitarie. Ma a quanto pare non è così. Infatti co-fondatore della Faraday, Nick Sampson, ha inviato un’e-mail ai dipendenti avvisandoli che l’azienda ha prosciugato i fondi. Lo stesso Sampson, insieme al responsabile del prodotto, Peter Savagian, ha lasciato l’azienda. 

PROBLEMA CON IL SOCIO - Alla base di questa ulteriore scossa ci sarebbe un mancato accordo tra Faraday Future e la stessa Evergrande Healt, il suo più grande finanziatore. Questo ha provocato un punto di rottura, tanto che sono stati avviati dalla Faraday Future licenziamenti a praticamente tutti i livelli. Il mancato accordo tra la holding di Hong Kong ha di fatto rimesso in pista il controverso Ceo, Jia Yueting, che attualmente rimane in carica. Il grosso problema è quello di trovare altri finanziatori dispositivi ad investire nel progetto dell’elettrica della Faraday Future. Il crowdfunding è nelle mani di Jia Yueting, una figura che attualmente è senza alcuna credibilità.

NUMERI NOTEVOLI - Peccato perché la caratteristiche tecniche della FF91 sono davvero ottime: batteria da 130 kWh, 1050 CV di potenza e 378 miglia di autonomia (638 km), sistema di ricarica rapido DC da 200 kW e l’inverter Echelon, brevettato dalla stessa azienda, in grado di trasformare più energia impiegando meno spazio. Le dimensioni della FF 91 sono le seguenti: lunghezza 525 cm, passo 320 cm, larghezza 228 cm, altezza 1,60 cm.



Aggiungi un commento
Ritratto di Fr4ncesco
3 novembre 2018 - 14:47
2
Non mi stupisce, queste start up nascono per ottenere fondi, promettendo cose stratosferiche e presentando silhouette non funzionanti, per poi sparire dopo un paio di articoli a riguardo e qualche followers. Mica come Musk, che ha tastato il settore con una modesta Roadster su base Lotus per poi realizzare la Model S una volta ottenuta l'ex fabbrica GM-Toyota e un piano di finanziamento statale dalla California, con una rete di ricarica capillare in mezzo mondo. Vogliono tutti imitare Tesla ma la realtà è solo una.
Ritratto di Rav
3 novembre 2018 - 16:38
4
Peccato perchè il prodotto mi è sempre piaciuto e mi ha sempre intrigato. Ma tante di queste piccole realtà che nascono intorno all'elettrico e all'autonomo non sono altro che società di facciata per chi cerca fondi per propri fini. Cosa che purtroppo mette in difficoltà e cattiva luce chi invece ci crede e lavora sodo. Ci vorrebbero più controlli, in modo da tutelare il settore e anche i dipendenti.
Ritratto di Giuliopedrali
3 novembre 2018 - 17:54
Spiace molto pur essendo un auto e una marca mai nata in pratica, abortita alla nascita. Fa tristezza che non esistano più marchi antichi come Simca o Oldsmobile o Delage ma pure questa perché fa "rimpiangere" il futuro... Speriamo in un miracolo.
Ritratto di Carlo Bettinelli
5 novembre 2018 - 15:05
L'invidia è una grande brutta cosa, tutti vorrebbero entrare nel progetto per essere protagonisti, poi come si sentono esclusi remano contro, e non solo, criticano anche quello che loro stessi hanno fatto, ecco perché e una brutta cosa.