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Fase 2: muoversi con la bici? Occhio a traumi e cadute

di Alessandro Ascione
Pubblicato 11 maggio 2020

Attenzione: se si soffre di patologie osteoarticolari, meglio consultare uno specialista prima di salire in sella.

Fase 2: muoversi con la bici? Occhio a traumi e cadute

RIPARTENZA IN BICI? - Come spostarsi in città durante la Fase 2? La bicicletta viene indicata dagli ecologisti come il mezzo di trasporto migliore, perché favorisce il distanziamento individuale, necessario per prevenire i contagi di coronavirus, è in genere raccomandato a tutte le età e viene considerato benefico a livello articolare. Tuttavia, Paolo Ferrua, ortopedico dell’ospedale Gaetano Pini di Milano (Centro traumatologico ortopedico), ricorda che il ciclismo espone a un rischio di traumi, legati o meno a eventuali cadute (non così improbabili se le piste ciclabili sono poco sviluppate, e rischiose anche usando casco, guanti e altri indumenti protettivi). Ma, soprattutto, la pedalata non è adatta a chi soffre di alcune patologie, come le gravi neuropatie periferiche, le artriti o le artrosi di grado avanzato.

CHE COSA RICORDARE - Il ciclismo coinvolge in maniera variabile tutto l’apparato locomotore: le braccia danno stabilità alla bici e la direzionano. Il rachide, in particolare quello lombosacrale, collabora con il bacino per mantenere stabile il ciclista: può essere oggetto di problematiche soprattutto in presenza di un gesto atletico scorretto. Per quanto riguarda le gambe, le parti del corpo più attive durante la pedalata, si riscontrano problemi a carico dell’avampiede e del piede, col ginocchio (specie l’articolazione femoro-rotulea) che viene sollecitato parecchio. Attenzione in particolare al sovraccarico: una eccessiva sollecitazione dell’articolazione, con conseguente insorgenza di dolore. Che può riguardare soprattutto chi è rimasto inattivo d’inverno, e magari è sovrappeso. Il tutto magari aggravato da fattori legati alla bici, che non è adatta al peso e all’altezza del ciclista, oppure è mal regolata o priva di manutenzione.

SE LA SELLA È NEMICA - Una sella troppo bassa, sottolinea Ferrua, altera l’angolo di lavoro in flesso-estensione del ginocchio, creando un sovraccarico funzionale dell’articolazione femoro-rotulea. Risultato: dolore alla parte anteriore. Una sella troppo alta, al contrario, porta il ginocchio a lavorare in iperestensione sollecitando in maniera anomala i muscoli posteriori della gamba. Con conseguente dolore sulla parte posteriore del ginocchio.

UN PAIO DI DRITTE - Qualsiasi attività aerobica, compreso il ciclismo, può rendere evidenti patologie del ginocchio, come lesioni meniscali o cartilaginee, che prima erano asintomatiche. È sempre bene consultare uno specialista in riabilitazione a scopo sia preventivo sia terapeutico. Ferrua consiglia affidarsi a professionisti sia per l’acquisto della bici sia per effettuare le regolazioni. E di usare questo mezzo in maniera proporzionale alle proprie capacità fisiche del momento, evitando sovraccarichi.



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Ritratto di otttoz
11 maggio 2020 - 16:35
la bici,meglio se elettrica,sarebbe l'ideale se non fosse vulnerabile nei confronti degli altri veicoli:occorrono più ciclabili a dispetto del traffico automobilistico.
Ritratto di Andre_a
11 maggio 2020 - 16:52
Non sono un medico, ma leggere di patologie che impediscono il ciclismo mi sembra strano: la camminata (e ancor peggio la corsa) danno dei microtraumi ad ogni passo che la pedalata non da. Se uno sta talmente male da non poter pedalare, secondo me non può neanche camminare. Sono invece d’accordo con l’affidarsi agli esperti: al 99% se avete dei dolori in bici, è perché la vostra posizione è scorretta. Invece di alzare il manubrio e mettere 1000 cuscini sul sellino come troppe persone fanno, consultate un biomeccanico.
Ritratto di Claus90
11 maggio 2020 - 21:33
Meglio girare con caschetto ed un monopattino elettrico, è molto piu comodo ed economico, facendo attenzione alla ricarica.
Ritratto di Paolo-Brugherio
12 maggio 2020 - 14:47
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Un mio conoscente ha cercato di rifilarmi la sua bici a pedalata assistita ma, grazie tante!, se voglio andare in bici è perchè voglio "pedalare", altrimenti girerei in motorino. Ovviamente con le opportune differenze tra chi va in bici per il piacere del pedalare e chi invece perchè si deve spostare per necessità.
Ritratto di deutsch
12 maggio 2020 - 16:25
4
io faccio 10/20 km al giorno per lavoro in bici ma ogni tanto, sempre per lavoro parto dall'ufficio per fare altri 15 di andata e 15 di ritorno. da tre anni uso una bici normale ma valuto una pedalata assistita che ha il pregio di non far sudare durante le percorrenze maggiori e col caldo
Ritratto di Paolo-Brugherio
12 maggio 2020 - 17:00
6
Qualche anno fa mi sono smazzolato un'ottantina di km (tutti in pianura) costeggiando il naviglio Martesana e l'Adda. Nonostante i miei (allora) 65 anni, sulla strada del ritorno non erano le gambe a farmi male, ma il fondo schiena! Era giugno e ti posso assicurare che anche con la pedalata assistita non sarebbe stato come andare in giro con l'aria condizionata...
Ritratto di deutsch
12 maggio 2020 - 17:22
4
ci son molte differenze. 80 non sono 15 a tratta., immagino quindi tu lo facessi per diletto e non per lavoro in giacca e cravatta. sicuramente meno faticoso con la pedalata assistita, non sarà aria condizionata ma sicuramente meno sudore
Ritratto di Paolo-Brugherio
12 maggio 2020 - 17:27
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Beh... certo! Diciamo che è stata una gita... fotografica: un po' pedalare, fermarsi, scattare qualche foto, poi riprendere a pedalare, senza fretta. Per lo più in mezzo alla vegetazione e ovviamente in maglietta a maniche corte... e 6 ghiaccioli nei bar lungo il percorso...!
Ritratto di flavio84
12 maggio 2020 - 10:32
Alvolante come un papà:non farti male e vai piano....articolo che ha del comico!
Ritratto di marcoluga
13 maggio 2020 - 22:16
2
Io per aver praticato lo sport del ciclismo ho sviluppato un dolore al tendine anteriore del ginocchio sinistro col risultato che se vado a camminare in montagna dopo un po’ ogni passo in salita ripida è una fitta, che poi dura almeno un paio di giorni...