NON CI CREDONO - La Fiat Chrysler non crede molto nell'auto elettrica considerata, allo stato attuale, troppo limitata in termini di autonomia e tempi di ricarica per avere una larga diffusione. Addirittura clamorosa la battuta dell'amministratore delegato Sergio Marchionne nel maggio 2014 in occasione di una conferenza: “spero che non compriate la Fiat 500 elettrica in vendita negli Usa, perché ogni volta che ne vendo una mi costa 14.000 dollari”.
ACCORDO FCA-FCI - La FCA punta evidentemente su tecnologie “verdi” più vicine e attuabili, in particolare quelle legate al metano, in attesa che il mercato sia pronto per ad accogliere con percentuali di rilievo le novità a batterie e le future auto idrogeno. Un possibile indizio dell'interesse della FCA per altre forme di alimentazione arriva dal recente accordo di partnership firmato con il Fuel Choices Initiative (FCI), ambizioso programma israeliano con il quale il governo intende ridurre la dipendenza dal petrolio del settore dei trasporti.
NON SOLO METANO? - Il programma di cooperazione tra FCA e FCI è legato soprattutto all'interesse degli israeliano verso le tecnologie a gas naturale del costruttore nostrano sviluppate per auto, nonché per furgoni, camion e autobus con marchio Iveco. Ma pure per i sistemi di controllo motore dei kit a metano messi a punto dalla controllata Magneti Marelli. Non è escluso, però, che l'intesa serva a FCA anche per collaborare con le aziende israeliane allo sviluppo di altre tecnologie, quali i biocarburanti o le fuel cell. Il programma FCI, infatti, prevede la ricerca in numerosi ambiti, tanto che i sistemi valutati per superare l'era del greggio sono una quindicina. Tra questi i quattro dominanti sono elettrico, biocarburanti, metanolo e gas naturale, sistemi che secondo le previsioni del governo di Israele dovrebbe coprire il 30% del fabbisogno interno entro il 2020, il 60% nel 2025 per raggiungere il 70% nel 2030.