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Frana il museo delle Corvette

13 febbraio 2014

Nessun ferito, ma otto Chevrolet Corvette sono gravemente danneggiate. Alla base, i fenomeni carsici della zona.

Frana il museo delle Corvette
GALEOTTO FU IL PAVIMENTO - “Alle 5:44 di stamattina, abbiamo registrato un'anomalia nei sensori di movimento posti nell'area del museo chiamata La Cupola. Al nostro arrivo, il pavimento era franato. Nessuno era presente all'interno o nei paraggi del Museo a quell'ora”. Il comunicato ufficiale del Corvette National Museum di Bowling Green, in Kentucky, è scarno, ma i video diffusi lasciano poco spazio all'immaginazione: nessuna vittima in carne e ossa, un bel po' di contusi a quattro ruote.
 
OTTO LE VETTE INGHIOTTITE - A essere risucchiate dall'estemporaneo cratere formatosi (12 metri di larghezza per 9 di profondità), nove Chevrolet Corvette: due date in prestito dalla casa madre, che in loco produce le Vette dal 1981 (una ZR-1 Spyder del 1993 e una ZR1 Blue Devil del 2009), e sei di proprietà del museo. Tutti pezzi pregiati, alcuni vere e proprie mosche bianche: tra le “infortunate” compaiono un modello 1993 di colore Ruby Red, realizzato per i primi quarant'anni della sportiva, e una rara Pace Car PPG del 1984. “È con grande dolore che comunichiamo il coinvolgimento nell'incidente di otto Corvette”: così il Museo. Che, verosimilmente, si darà da fare in due direzioni: ripristino della sede, e restauro delle auto danneggiate.
 
IL PROBLEMA ALLA BASE - “Prima di fare qualcosa, ad esempio rimuovere le altre auto, vogliamo assicurarci che non ci siano danni strutturali nell'edificio: appena possibile, ritorneremo alla normale attività”. Nelle parole del responsabile Wendell Strode vi è una gran voglia di ricominciare, ma anche coscienza che bisognerà farlo dopo avere sanato i danni, ingenti, provocati dal cratere. Che sono causati da una scelta logistica tanto inevitabile (il museo non poteva essere ubicato che a Bowling Green, unico luogo dove viene prodotta la Corvette) quanto, col senno di poi, infelice: il nemico si chiama carsismo, e - in quella zona del Kentucky - le rocce calcaree sono parecchio diffuse. Quelle che hanno ceduto a causa dell'azione chimica dell'acqua, lenta e inesorabile, erano poste giusto sotto il museo. E daranno un gran daffare ai carrozzieri locali.


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Ritratto di rosso scuderia
13 febbraio 2014 - 19:35
Voglio dire se si sa del carsismo, il geologo di competenza doveva negare il consenso a costruire. Ad ogni modo la struttura doveva essere costruita ad hoc e a giudicare dalle immagini non sembra. Il carsismo poi è un processo che richiede "un pò" di tempo, mi lascia perplesso che dall'oggi al domani si sia creato quel vuoto sotto il pavimento.
Ritratto di mustang54
13 febbraio 2014 - 19:42
2
non e' colpa di un geologo ma del geometra e company...guardate quanto sia sottile il pavimento in rapporto alla grandezza dell'area, e nessun pilastro inserito. O rispaviavano cemento, o quell'edificio inizialmente era destinato atutt'altro uso...
Ritratto di rosso scuderia
13 febbraio 2014 - 22:41
Propendo per la seconda tua ipotesi.
Ritratto di Luk maserati
14 febbraio 2014 - 12:23
2
Le strutture degli edifici vengono dimensionate in base alla "portanza" del terreno. Essa viene definita dal geologo analizzando la consistenza e composizione del fondo con diverse analisi e test penetrometrici oltre alla ricerca storica della formazione di quella regione. Quanto all'edificio condivido quanto scritto sotto da Merigo ed escludo che un immobile così avesse una destinazione diversa da quella attuale.
Ritratto di onavli§46
13 febbraio 2014 - 20:09
il grande dolore, sarà dell'Assicurazione dell'edificio lesionato, nonchè, delle auto coinvolte nell'accidentale, cui soddisfare il risarcimento. Dovranno solo augurarsi che i tempi burocratici, non siano eguali ai nostri. Peccato per tutta la "rovinosità".
Ritratto di Merigo
13 febbraio 2014 - 20:15
1
I fenomeni carsici sono cosa italica e come sappiamo prendono infatti il nome dal Carso Triestino. Tuttavia, pur mantenendo tale etimologia in inglese (karstic) dovrebbero essere noti ove presenti anche all'estero, mentre viceversa non sembrerebbe così nel Kentucky. Per fortuna quindi che il collasso è avvenuto solo con qualche danno alle lamiere delle Corvette e non ad umani, considerata la voragine che si è aperta. A Mustang54 mi permetto segnalare che quello era un appunto un pavimento come scrive e non una soletta e che, quindi, lo spessore a occhio e croce di 20 cm sarebbe corretto se appoggiato su massicciata stabile e che nessun pilastro doveva esserci a tenerlo appoggiato. Ma il pavimento con lo sprofondamento del sottosuolo ha dovuto suo malgrado comportarsi come fosse una soletta, da cui il collasso. Per fortuna lo sprofondamento non ha interessato i plinti che sorreggono la cupola, altrimenti la frittata sarebbe stata totale.
Ritratto di MatteFonta92
14 febbraio 2014 - 00:16
3
Una notizia davvero brutta per gli appassionati del marchio! Per fortuna comunque che il pavimento per crollare ha "scelto" un orario in cui il museo era chiuso... comunque prima di costruire il museo qualche geologo (o chi di dovere) avrebbe dovuto segnalare ai progettisti che il terreno sottostante era pieno di queste rocce calcaree... possibile che nessuno se ne sia accorto?
Ritratto di studio75
14 febbraio 2014 - 09:08
5
chi ci mandiamo a visitare il museo appena riapre?
Ritratto di jeremyinitaly
14 febbraio 2014 - 20:00
1
meno male che non c'era nessuno....prendono spunto dall'italia con le costruzioni abusive...
Ritratto di onavli§46
15 febbraio 2014 - 11:55
della stampa interessata all'accidentale di tale evento, risulterebbe che, l'improprio aggettivo "carsico", non è quello più corretto in ambito geologico, in quanto il carsico, noto sopratutto in certe zone dell' Italia come citato, e che provocherebbe lo sgretolamento delle rocce, più all'esterno e nel basso profondo del territorio, che non nelle più estreme profondità. Mentre al contrario nel Kentucky, proprio nella zona di Bowling Green, il fenomeno definito -sinkhole-,per svariati contesti geologi e morfologici del sottosuolo, e derivanti da profondissimi solchi di erosione, presumibilmente formulati da incessante scorrimento di corsi d'acqua sotterranei, che provocherebbero all'interno stesso delle profonde strutture delle rocce, sprofondamenti del suolo sovrastante ad "imbuto". Certo che le opinioni saranno le più complesse e svariate, sia per ragioni di interpretazione scientifica, e sia, sopratutto, per lo scaricamento delle "colpe" e delle responsabilità del crollo e dell'ingente danno economico. Il territorio, sta sprofondando e franando in ogni dove, e l'Italia non è certo da meno. Una cosa è certa: da sempre la natura fà il suo corso di mutazione del proprio territorio, ma l'uomo, dà una solida mano in negativo, con la non curanza , la trasgressione, ed il non rispetto del territorio medesimo in ogni dove ,
Ritratto di Rav
16 febbraio 2014 - 12:07
4
Sì certo, dispiace per le auto ma probabilmente riusciranno a ripararle, ma hanno avuto una bella fortuna che l'incidente sia successo di notte. Non oso immaginare le conseguenze ben più gravi se fosse successo di giorno con la sala piena di turisti o magari durante una conferenza, vista la grandezza dell'area di persone ce ne stanno e sarebbero andate giù tutte. Ora almeno si rimpiange solo qualche Corvette ammaccata e non qualche persona. Meno male.