CITTÀ D’AUTO - Attiva da qualche anno, in Francia esiste l’Associazione delle collettività sedi di industrie dell’auto (ACSIA) che riunisce una sessantina di enti locali francesi sul cui territorio si trovano stabilimenti produttivi del settore automobilistico. Qualche settimane fa l’ACSIA ha pubblicato un corposo studio significativamente intitolato “Arginare il declino dell’industria dell’automobile”. Nelle 68 pagine dello studio viene tratteggiato il panorama del settore, evidenziando come da anni sia in atto un suo impoverimento a favore di processi di delocalizzazione e aumento delle importazioni.
PROPOSTE PRO-PICCOLE - Lo studio non si limita a “fotografare” la situazione ma avanza anche delle proposte, sviluppate attorno a un concetto: in Francia la tipologia di auto più diffusa e apprezzata è quella delle “piccole” e pratiche, ed è su questa categoria che l’industria deve puntare per affermarsi e salvaguardare la propria forza produttiva, che a sua volta deve essere principalmente in Francia. Sulla base di questo ragionamento l’ACSIA avanza anche alcune proposte ben definite: “Rendere il mercato francese chiaramente ostile (in particolare sotto il profilo fiscale) ai veicoli che emettono le maggiori quantità di carbonio e che sono ingombranti, è oggi una prima risposta dissuasiva che le esigenze dello sviluppo durevole permettono di rendere politicamente corrette o euro-compatibili”.
ANTI TEDESCHE - Come si vede una presa di posizione forte a favore di interventi fiscali contro le auto che consumano di più (e che perciò emettono più CO2) e che hanno grandi dimensioni. Che ciò significherebbe andare a colpire soprattutto le automobili tedesche non è un caso o un risultato non desiderato dallo studio. Anzi, le misure caldeggiate sono infatti proprio il risultato di un’analisi che valuta e considera il peso delle importazioni di auto alto di gamma dalla Germania, riportando anche che cosa esse rappresentino sul piano del disavanzo commerciale: 6 miliardi di euro. Ciò mentre viene presentata come una minaccia per la produzione nazionale francese il fatto che la Volkswagen sia entrata nel settore delle “piccole” con la Up!
PROPOSTE DI MINISTRO - Insomma, un intervento a gamba tesa dal forte sapore protezionistico e punitivo verso le auto tedesche alto di gamma. Trattandosi di un documento di un’associazione di comunità locali in cui il lavoro delle aziende automobilistiche è molto importante, si può anche avere una certa comprensione per l’iniziativa e le proposte che contiene. Inoltre, nell’associazione come rappresentante della comunità del dipartimento del Doubs (sui confini con la Svizzera, con capoluogo Besançon), dove si trovano stabilimenti del gruppo PSA, presidente della ACSIA è Pierre Moscovici, che da pochi giorni è il nuovo ministro per lo sviluppo francese. Il che mette sotto una luce nuova le proposte del Libro Bianco dell’ACSIA. Ieri il quotidiano parigino La Tribune (voce del mondo industriale d’oltralpe) ha fatto riferimento al Libro Bianco dell’ACSIA per prevedere l’introduzione di balzelli (con giustificazione ambientalista) sulle vetture ingombranti ed emettitrici di carbone. Alias, le vetture tedesche.
VOGLIA DI SOSTEGNI ALL’AUTO - Va ricordato che negli ultimi giorni in Francia è notevolmente montata l’aspettativa di provvedimenti concreti a sostegno dell’industria dell’auto. La richiesta di nuovi incentivi alla rottamazione è stata caldeggiata implicitamente da molti , mentre è stata avanzata in forma semiufficiale dalla Renault. Ora c’è questa sollecitazione a “chiudere la porta” (o a renderla fiscalmente più stretta) alle Premium provenienti dall’estero, cioè dalla Germania. Come dire un’ipotesi che potrebbe essere dirompente nell’ittica comunitaria e in quella dei rapporti franco-tedeschi.