QUANTE SONO - Nel 2013 i furti d’auto sono stati 111.921, cioè il 3% in meno rispetto al 2012, quando furono 115.451, a sua volta l’1,8% in più rispetto al 2011. Ma a fronte di questo dato sostanzialmente positivo, l’anno scorso ha registrato un ulteriore aumento delle auto non più ritrovate, cioè le auto che la criminalità ha fatto sparire per riutilizzarle in altre zone geografiche.
CRESCONO LE AUTO NON RITROVATE - Nel 2013 queste auto “sparite”, vale a dire le auto rubate e non più ritrovate, sono state 65.961, cioè il 58,9%, mentre nel 2012 furono 65.879 su 115.451, vale a dire il 57,1%. Questi numeri sono relativi al quadro nazionale, ma la situazione non è omogenea in tutte le regioni. Esistono infatti realtà molto diverse, sia per quanto concerne il numero dei furti che per i ritrovamenti e le sparizioni.
CAMPANIA DA RECORD - La regione che lamenta il maggior numero di furti d’auto è la Campania, con 22.268, seguita dal Lazio con 19.525 e dalla Sicilia con 16.271. Per quanto riguarda i veicoli recuperati la percentuale più bassa si registra in Basilicata, col solo il 22%, ma va detto che il numero dei furti è molto basso: soltanto 313. Analogamente a quanto accaduto in Molise, dove a fronte di 296 furti ci sono stati 73 recuperi, pari al 25%.
SITUAZIONI MOLTO DIFFERENTI - Diversa è la situazione del Lazio e della Campania, dove i veicoli ritrovati sono rispettivamente solo il 27 e 28% di quelli rubati. Quindi con la bellezza di 14.197 auto sparite nel Lazio e 15.967 in Campania. A fronte di queste regioni con “record” negativi, ci sono regioni dove la situazione è invertita. Il primato della percentuale dei recuperi lo detiene l’Umbria con l’83% (447 su 539), mentre l’Emilia Romagna raggiunge il 77% (2.346 auto ritrovate contro 3.035 furti). Elevata è anche la percentuale di recuperi registrata in Veneto, con il 75% (1.564 su 2081 auto rubate), e nelle Marche, con il 79% ( ma con numeri contenuti: 480 su 683).
GRANDI ORGANIZZAZIONI - I dati riportati provengono dal ministero dell’Interno e sono stati elaborati dalla Lo Jack, azienda specializzata in sistemi di localizzazione veicoli e recuperi che ogni anno redige il suo dossier sui furti d’auto. Secondo il dossier, il mondo dei ladri d’auto è profondamente cambiato negli ultimi anni. Infatti non si tratterebbe più dei classici “topi d’auto” che agivano in proprio, ma di articolate organizzazioni internazionali che operano nei vari passaggi della “catena” del crimine, né più né meno come una normale catena logistica, con chi ruba, chi smantella (per il florido mercato dei ricambi), chi trasforma (per rendere impossibile il riconoscimento), chi trasporta. Tale business criminale si basa sul traffico dai paesi dell’Europa centro-occidentale verso i mercati dell’Europa orientale e quelli della sponda meridionale del Mediterraneo.
LADRI SEMPRE PIÙ SPECIALIZZATI - Oltre a questo cambiamento di fondo per così dire economico-commerciale, ci sono poi i cambiamenti intervenuti sotto il profilo tecnico, con i ladri sempre più attrezzati per aggirare i dispositivi antifurto. È il caso dei sistemi che riescono a rendere inefficace il sistema di localizzazione, e più in generale gli strumenti che consentono di neutralizzare i dispositivi antifurto. Il dossier Lo Jack fornisce un dato impressionante: mentre vent’anni fa per rubare un’auto occorrevano mediamente 9 minuti, oggi sono sufficienti 14 secondi. Come dire che la specializzazione dei ladri è più veloce dell’evoluzione tecnologica dei dispositivi antifurto.