FRUTTO DEL SALVATAGGIO - All’esplodere della crisi, nel 2009 le casse dello Stato federale avevano messo a disposizione della GM (nelle foto la sede) qualcosa come 49,5 miliardi di dollari. In cambio ebbero delle azioni. Con il migliorare della situazione, il gruppo General Motors punta a recuperare la sua autonomia dalla mano pubblica. Riacquistato il pacchetto di 200 milioni di azioni considerate 5,5 miliardi di dollari, ne restano in mano del Tesoro ancora 300 milioni, che equivalgono al 19% del capitale.
VERSO LA NORMALIZZAZIONE - Il miglioramento della situazione dell’industria automobilistica americana si fa vedere in tutti i suoi aspetti. Assieme agli incrementi delle vendite ora anche i conti vanno bene consentendo di sistemare cose che la crisi aveva scombussolato. È il caso del peso del ministero del Tesoro americano nell’azionariato della General Motors, in seguito alle immissioni di denaro decise pochi anni fa nella GM per assicurarle la sopravvivenza. In cambio dei corposi finanziamenti il Tesoro ebbe appunto delle azioni, ma non è consuetudine che lo Stato abbia azioni di gruppi privati, per cui ora che le cose si sono aggiustate, c’è il progetto di dismettere tali azioni.
PERDITA SECCA - Lo Stato americano ha già detto di voler vendere entro il prossimo anno o al massimo entro la primavera del 2014. Fino ad ora gli Usa hanno recuperato circa 28,6 miliardi di dollari dei 49,5 investiti nella GM: tra gli altri ci sono i 13,5 miliardi rimborsati nel novembre 2010, i 6,7 ripagati nell'aprile del 2010 e i 5,5 attuali. Per rientrare dell'investimento la GM dovrebbe ricomprare le rimanenti 300 milioni di azioni a oltre 69 dollari ad azione, quando oggi valgono 25. Per i contribuenti americani si prospetta una “perdita secca” di una quindicina di miliardi.