NEWS

Imposta di pubblicità: il camion-vela la paga

17 aprile 2012

Anche il camion-vela deve versare l’imposta di pubblicità: secondo la Cassazione, è assimilabile a uno dei numerosi cartelloni che campeggiano in città.

PARI SONO - Cartellone pubblicitario e camion-vela, nessuna differenza: anche il secondo deve pagare l’imposta di pubblicità al comune. Così ha appena sancito la Cassazione con sentenza 5858. Si tratta di quei veicoli utilizzati nelle città per réclame particolari, dalle vendite straordinarie alle promozioni, fino alle liquidazioni, e a eventi speciali.

IN PUNTI STRATEGICI
- Secondo la corte, il camion-vela lasciato a lungo in esposizione nei punti nevralgici della città è una specie di enorme pubblicità, molto visibile a tutti, e come tale va assimilato a uno dei numerosi cartelloni che campeggiano in città. Il comune, aggiungono i giudici, non può tollerare quello che sarebbe un “espediente elusivo”, per non pagare la tassa: creerebbe disparità fra le società del settore e fra le aziende inserzioniste. Se proprio non si vuole sborsare il balzello, va dimostrato che l’uso del veicolo avviene per uno scopo diverso da quello pubblicitario.



Aggiungi un commento
Ritratto di Robx58
17 aprile 2012 - 14:18
13
anzi, dovrebbero far pagare di più rispetto la pubblicità statica nei muri o cartelloni, perchè questi camion-vela, si piazzano sempre sulle aree più trafficate, dunque è giusto che paghino di più, e no come ora che addirittura non pagano.
Ritratto di gig
17 aprile 2012 - 15:38
Eh già! Concordo! ;)
Ritratto di vagirimo
19 aprile 2012 - 15:52
4
anch'io!
Ritratto di money82
17 aprile 2012 - 14:53
1
Dunque a questo punto dovrebbero pagare anche le concessionarie che espongono il proprio marchio nelle auto sostitutive? Oppure bisogna far pagare questa tassa anche per il logo delle concessionarie presente sempre nel bordo della targa dei veicoli? Fatto 30 facciamo 31...
Ritratto di Robx58
17 aprile 2012 - 15:50
13
anche perchè se esponi in auto il cartello Vendesi, in teoria bisognerebbe applicare una marca da bollo e annullarla con una firma o la data, dunque a mio avviso hai perfettamente ragione. Saluti.
Ritratto di cipo1
18 aprile 2012 - 19:11
....PER SNELLIRE UN PO' IL TRAFFICO. Giusto! Ci mancavano questi intralci che oltretutto non vanno ...ad aria compressa: consumano prezioso carburante senza necessità e ovviamente inquinano. Ma dove arriverà la follia umana? Possono circolare all'infinito (per farsi vedere). Per lo più parcheggiano abusivamente in zone molto visibili: ne ho visti una coppia con qualche multa al parabrezza (poi si sono stufati anche i vigili di aggiungerne altre; o mazzette?). Piazzati ad una rotatoria per giorni e giorni: tre multe, che vuoi che siano?
Ritratto di vagirimo
19 aprile 2012 - 15:54
4
-
Ritratto di fabri99
17 aprile 2012 - 15:51
4
Pensavo fosse già in vigore una legge del genere.. Comunque è giustissima, anzi dovrebbe essere maggiore come dice Robx85: non perchè, come dice lui, il camion si piazza nel luogo trafficato(sai che difficoltà a piantare un cartellone in un luogo, perchè se è trafficato lunedì sarà ugualmente trafficato giovedì), ma perchè, a differenza del cartellone, il camion si muove e quindi non lo vede solo chi passa per di lì, ma anche chi passa vicino al camion.. Saluti ;)
Ritratto di Joeilpilota
17 aprile 2012 - 22:05
La sentenza della Cassazione è giusta. Il camion vela, comunemente denominato "trotter" sparge la pubblicità in un ampio raggio e quindi è più efficace del cartellone. Bisogna tuttavia fare attenzione a non "caricare" il messaggio con troppe parole che, dato il movimento del camion, potrebbero essere non lette. E' quindi un mezzo di pubblicità e come tale va tassato. Ora due osservazioni. La prima: ben spesso vengono utilizzati camions ormai logori e non più utlizzabili per il trasporto pesante. Questi mezzi, al limite della loro "vita" meccanica, inquinano in maniera mostruosa. Occorrerebbe sul punto maggiore vigilanza specie, ovviamente, nelle città. Seconda osservazione. La tassa sulla pubblicità è stata sempre oggetto di contestazione. Ricordo che nei primi anni 70 (1972, 1973) alcune Ditte che curavano il rilevamento e l'incasso delle imposte/tasse sulla pubblicità per vari Comuni, arrivavano persino a tassare la denominazione della concessionaria auto impressa sul lato inferiore del portatarga nero (QUADRATO!!! - vecchie targhe con numeri bianchi su fondo nero!). Per opporsi si doveva proporre istanza in bollo all'allora Intendente di Finanza che, a seconda della Provincia o delle direttive impartite dal Ministero, a volte accettava, a volte respingeva. Una vicenda, allora come ora, davvero tutta italiana. Storia che oggi si può solo raccontare!
Ritratto di domtric80
18 aprile 2012 - 12:11
Ma si facciamo pagare anche di più, tanto non siamo in crisi, almeno le agenzie pubblicitarie saranno costrette ad aumentare i prezzi, che si ripercuoteranno sui loro clienti, e indovinate un po dove finiscono i rincari? A NOI IDIOTI! Finisce che i prodotti subiscono un leggero aumento o che le agenzie iniziano ad arrancare.
Ritratto di cipo1
18 aprile 2012 - 19:18
I prodotti più pubblicizzati non sono i più buoni: è dimostrato! Comprare i prodotti senza pubblicità fatti dalle catene di supermercati conviene e spesso è assai meglio: acquisti "no logo", per non fare gli idioti (leggi: polli). Vedere i test di "altroconsumo", ad esempio.
Ritratto di antonellof
19 aprile 2012 - 18:02
anche un artigiano che scrive il nome sul furgone paga una tassa pubblicitaria e anche le concessionaria almeno 20 anni fa era così.

PREZZI CARBURANTI

SCOPRI I PREZZI DEI DISTRIBUTORI VICINI A TE
Prezzi medi in Italia
Rilevazione di domenica 04 maggio
Le notifiche push sono disabilitate in questo browser