NUMERI DA PAURA - Ogni anno, in tutto il mondo, si contano quasi 1,3 milioni di morti a causa di incidenti stradali, cioè più di 3.500 al giorno: nel 50% dei casi, si tratta di pedoni, ciclisti e motociclisti. Si stima che, da oggi al 2030, gli incidenti stradali passeranno (con 2,4 milioni di decessi l’anno) dal 9° al 5° posto nella graduatoria delle principali cause di morte. L’Italia è il quarto paese in Europa per morte post-trauma: da noi, secondo una stima del ministero della Salute, di tutti i feriti post-incidente, l’1,8% riporta disabilità permanenti, con un costo sociale pari al 2% del prodotto interno lordo. Questi sono solo alcuni dei dati allarmanti che hanno indotto l’Onu a proclamare il Decennio di iniziative per la sicurezza stradale 2011-2020, con l’obiettivo di favorire una drastica riduzione degli incidenti.
ALLEANZA GLOBALE - In questo contesto s’inserisce oggi la Global Alliance for Care of the Injured (Gaci), traducibile come “alleanza globale per la cura dei feriti”. Si tratta di un’iniziativa che viene promossa congiuntamente dall’Onu (l’Organizzazione delle nazioni unite) e dall’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità), per migliorare in maniera significativa le condizioni di sopravvivenza dei feriti. Un’iniziativa presentata oggi a Milano, per la prima volta in un paese occidentale, grazie all’impegno di Sicut (Società italiana di chirurgia d’urgenza e del trauma) e di Estes (European Society for Trauma and Emergency Surgery).
NUOVE MISURE - La Global Alliance for Care of the Injured consiste in una rete di società professionali e di organizzazioni governative, non governative ed intergovernative che collaborano per migliorare i servizi e le cure ospedaliere e post-ospedaliere, così come i periodi di riabilitazione post-incidente: uno degli obiettivi del Decennio di iniziative, infatti, consiste nel miglioramento delle cure post-trauma, per offrire maggiori probabilità di sopravvivenza (ma anche una migliore qualità di vita) alle vittime di incidenti stradali. Per garantire un efficace standard di cure minimo, l’iniziativa mira a favorire lo scambio di informazioni e la ricerca e la raccolta di dati a livello nazionale, macroregionale e mondiale, con la creazione di uno specifico “registro traumi” per la valutazione dei risultati. Offrendo così un supporto ai governi, sviluppando modelli assistenziali post-trauma da applicare a livello globale e migliorando la formazione del personale coinvolto.