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Italiani e automobile: legame indissolubile

22 febbraio 2018

Uno studio della Doxa rivela gli usi e i costumi delle persone al volante.

Italiani e automobile: legame indissolubile

VECCHIA CARA AUTO - Il legame tra gli italiani e l’auto è una costante che non perde forza con il passare del tempo. L’88% dei connazionali usa la propria vetture tutte le settimane e un ulteriore 4% si muove con la quattroruote personale almeno due volte al mese. I dati emergono da Doxa, società specializzata nelle ricerche di mercato, che ha appena lanciato la sua nuova divisione Mobility e l’osservatorio “On the move” per studiare usi e consumi degli italiani in tema di mobilità.

DOPPIA ANIMA - L’analisi è stata condotta su un campione di oltre 7.000 persone che comprendono sia automobilisti in viaggio per piacere che guidatori al volante della propria auto per questioni professionali. La ricerca messa in atto in Italia è pronta per essere “copiata e incollata” anche in salsa estera. L’obiettivo di “On the Move” è misurare anche “la pancia” degli utenti, carpirne gli umori e, soprattutto, le aspettative. Si scopre così un altro aspetto significativo che divide gli italiani e la loro percezione della mobilità in due anime distinte: da un lato, c’è chi vede l’auto come sinonimo di indipendenza, libertà e scoperta; dall’altro, chi la considera alla stregua di caos, stress e inquinamento.

NUOVI TREND DI MERCATO? - Quello che sembra in fase di cambiamento, nella mentalità, è la percezione del consumo con il passaggio progressivo dal “possesso” all’“uso”. In questo panorama, giocano un ruolo primario i vari servizi di car sharing anche se, almeno per il momento, sono disponibili prevalentemente nelle grandi città. Secondo la Doxa, questo nuovo approccio culturale non significa che in futuro gli italiani rinunceranno in toto all’acquisto di un’auto; molto probabilmente, il consumatore medio ne comprerà meno nel corso della propria vita ma con una valenza emotiva superiore a quella attuale. La ricerca afferma ancora che l’auto di domani sarà percepita dal proprietario quasi come una stanza all’interno del mondo che lo circonda, con tutto ciò che ne deriva in fatto di design: auto con ampie superfici vetrate, interni realizzati in materiali naturali, accessori capaci di coinvolgere i nostri sensi e così via lungo una strada in cui l’esperienza sensoriale è al centro. 
 



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Ritratto di federico p
23 febbraio 2018 - 10:17
2
Oggi come oggi avere l'auto fuori dalle città è indispensabile perché ci sono troppe persone che non sanno guidare o si distraggono e incontrarle in auto forse ti fai solo qualche graffio mentre a piedi o su due ruote potrebbe andare peggio, mentre in città si può anche fare a meno visto che alla fine le velocità sono più basse per tutto il traffico che c'è e quindi usare altri mezzi non è molto pericoloso
Ritratto di Rav
24 febbraio 2018 - 11:41
4
Come ogni volta dico che l'auto è indispensabile a meno di non vivere proprio all'interno di una grande città e non essere confinati ad una routine casa-lavoro attuabile facilmente coi mezzi pubblici. Per chi come me vive fuori è impensabile non avere un'auto di proprietà. Anche volendo i servizi sono scarsi e i tanto di moda car sharing e uber vari non ci sono. Poi fino a che l'alternativa è tra un casa-lavoro in auto per un tempo di 1ora e mezza e in treno in un tempo (teorico) di 2 ore ma che ogni volta sono diventate 3 come minimo, il paragone non regge e la scelta andrà sempre sulla quattro ruote che oltre a farti risparmiare tempo (almeno nel mio caso) garantisce pure privacy e tranquillità.
Ritratto di lucios
24 febbraio 2018 - 20:38
4
W l'auto. Visti i mezzi pubblici fa terzo mondo che abbiamo.
Ritratto di Gianlupo
24 febbraio 2018 - 23:56
Nuovi trend di mercato? Guardate le pubblicità. Per simulare aggressività, velocità, vita e risarcire gli zombie della loro inazione sono costretti a riesumare civiltà morte, civiltà guerriere o avventure in lande esotiche: Qashqai, Quechua, Antara, Cherokee, Touareg, ecc. I nostri gonzi abboccano: via dalla pazza folla! Appoggiare le chiappe su un surrogato d'afflato bellico, alla Jeep, li compensa della loro accidia postmoderna: l'anelito verso il selvaggio; into the wild! Con esiti tragicomici e in definitiva stupidi. Non gli mancherà qualcosa? Non sarà tutto questo una piccola parte, forse la più ridicola, della ricerca d'un qualcosa d'essenziale per l'animo umano? Ma che ne sanno...