TORNA IL GUERRIERO - Presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes, dove ha raccolto buoni consensi, Mad Max: Fury Road è cinematograficamente a metà tra il sequel e il reboot: riprende un discorso interrotto giusto trent'anni fa con Mad Max: Oltre la Sfera del Tuono. Vi mette mano, dirigendolo, George Miller, che ha già firmato la trilogia che vedeva protagonista Mel Gibson a cavallo tra il 1979 e il 1985. Questa volta il guerriero della strada Max, al secolo Max Rockatansky, è interpretato da Tom Hardy; al suo fianco la superstar Charlize Theron.
150 MEZZI - L'ambientazione, come di consueto, è postapocalittica, e vede l'ex poliziotto in lotta con una banda di neonazisti; il ritmo è frenetico, da videogame. Per i cultori della saga, non mancano riferimenti ai film precedenti. La chiave di lettura del road movie è pertinente: le auto si ritagliano un ruolo di primo piano e, su un totale di 150 che vi compaiono, 13 sono decidamente particolari (guarda la galleria fotografica).
TANTI CAMION - L'aspetto è dovuto a Colin Gibson, a metà tra il designer industriale e l'artista di make-up: tra le più significative, c'è la Peacemaker, in pratica il corpo vettura di una Chrysler Valiant Charger di metà anni 70 con le fattezze di un camion; l'immancabile Big Foot (foto in alto) ottenuto con un ibrido tra un camion e una Dodge degli anni 40. Spettacolari la FDK, null'altro che un Maggiolino adattato al deserto, e la Gigahorse, con due V8 montati in parallelo e ovviamente sovralimentati. Senza dimenticare infine War Rig: grande come un camion, con l'abitacolo di un Maggiolino. Per loro, polvere, lotta, spettacolo. Come d'altronde si attendono gli spettatori. Che faranno senz'altro il tifo per la confermatissima Interceptor di Max.