NOTIZIA A SORPRESA - Sergio Marchionne, il gran capo del gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), nel corso di un evento minore ha rivelato ai giornalisti presenti di aver fatto un viaggio in California, e non per vacanza. L’ad della FCA ha voluto far sapere a chi era andato a far visita: Tim Cook, capo della Apple, Elon Musk della Tesla e i vertici di Google. Come dire la crema delle nuove realtà tecnologiche (ma anche economiche).
GLI ANTEFATTI - Qualche settimana prima lo stesso Sergio Marchionne (nella foto) aveva stupito dichiarandosi pronto a discutere con Ford e General Motors per eventuali progetti societari; per intenderci qualcosa di più che non le collaborazioni industriali su questo o quel componente dei veicoli. Lo stesso Marchionne aveva fornito l’interpretazione autentica del suo rendersi disponibile: fare automobili è molto costoso e richiede perciò grandi investimenti, sempre più difficili da reperire perché l’industria dell’auto è poco remunerativa. In sostanza, chi ha soldi da investire trova agevolmente altri settori economici che gli rendono di più di quello dell’automobile. Per aggirare il problema, l’unico modo è - secondo l’idea di Marchionne - allearsi per la progettazione e lo sviluppo delle parti più costose delle automobili.
UN’IPOTESI… VIRTUALE MA CONCRETA - Alla sua prospettiva di grandi alleanze per consolidare l’industria dell’auto, Marchionne ha aggiunto anche un corollario, o se si vuole un “piano B”: nel caso non trovi partner nel settore dell’automotive, non va scartata l’ipotesi di incontri con i nuovi colossi economici che hanno le loro radici nelle nuove tecnologie, nell’informatica, nel web. In poche parole nei giganti della Silicon Valley che producono computer, software, servizi via internet eccetera. Tutte cose di cui l’automobile ha bisogno. I nomi possono essere diversi, ma non troppi, visto che la new economy ha percorso rapidamente gli stessi schemi di sviluppo che furono battuti dalla vecchia economia, con il risultato che il mondo intero si ritrova ad aver a che fare con una realtà che per alcune cose ormai indispensabili e fondamentali ha tutte le caratteristiche del monopolio.
GUARDANDO AL FUTURO - Queste sono le notizie delle ultime settimane, che potrebbero essere solo articoli di giornale ma che non si può escludere contengano i primi segnali di nuovi scenari di una nuova realtà per l’industria che è bene forse non chiamare più solo automotive, ma industria della mobilità. Infatti, da ciò che si può già vedere dei suoi sviluppi, è chiaro che sarà qualcosa di diverso e di più ampio che non solo quattro ruote e un motore che le fa girare. Fermo restando che questi due elementi saranno fondamentali ancora per un bel po’ per poter contare su una completa libertà di movimento (con relativa importanza strategica del know how automobilistico), non ci sono più dubbi che la guida autonoma, i sistemi di controllo dei veicoli, i rapporti delle auto con i sistemi di informazione a terra, sono ormai tanto forti ed evidenti da far dire che il nuovo non è per domani ma è già di oggi.
DO UT DES - Così il tour di Marchionne nella California tecnologica non può che essere letto come una ricognizione nel territorio in cui il gruppo FCA può trovare sponde (ovviamente diventando esso stesso sponda per gli interlocutori “tecnologici”) per tessere nuove strategie di sviluppo, tecnologiche, industriali ed economiche, vantaggiose per tutti i protagonisti delle stesse.
A BUON INTENDITORE - Si tratta di un processo in (veloce) divenire, in cui lo stesso Marchionne gioca a sparigliare il quadro dello status quo. Del suo viaggio nella Silicon Valley nessuno ne aveva saputo nulla e se lui ha voluto farlo conoscere non può che essere per illuminare nuove prospettive, soprattutto ai suoi colleghi dell’industria automobilistica. Per esempio con quella chicca lasciata cadere lì, con nonchalance: “ho usato per una quarantina di minuti la Googlemobile…” autonoma, così, come fosse una prova di un “porte aperte” qualsiasi.
IPOTESI INFINITE - Quali saranno gli sviluppi di questo incontro tra Marchionne e il trio Tesla, Apple e Google non è dato saperlo. Si possono solo fare delle ipotesi. Per esempio che il gruppo FCA sia disponibile a divenire il braccio automobilistico per i progetti di auto autonoma dei colossi dell’informatica (con la tecnologia elettrica della Tesla più che logica nel quadro di una mobilità moderna, quindi ecocompatibile e all’avanguardia nel settore delle pile). Oppure potrebbe essere all’orizzonte una integrazione organica e strutturale della “vecchia” industria automobilistica con quella “nuova” dei cheap e dei satelliti; tutto nella prospettiva di una mobilità connessa e sempre più assistita, sino alla piena autonomia.
DRIZZARE LE ANTENNE - È chiaro che i gradi di incontro-integrazione dei due mondi possono essere infiniti con conseguenti infiniti livelli di collaborazioni e alleanze, fino a futuribili vere e proprie fusioni. Non resta che attendere i nuovi sviluppi e le nuove notizie di incontri. Probabilmente l’attesa non sarà lunga.