RIDURRE LA CAPACITÀ PRODUTTIVA - Intervenuto in qualità di presidente dell'Acea, l'associazione che raggruppa i costruttori di auto presenti in Europa, al convegno “European Business” di Bruges, parlando della crisi che ha investito il mondo dell'auto Sergio Marchionne non è andato tanto per il sottile. Secondo lui “sono necessari 24 mesi per ristrutturare il settore automobilistico in Europa” e ci saranno inevitabili “ripercussioni sull'occupazione”. Ovvero, dato che si produce più di quanto si vende, sono necessarie chiusure di impianti e tagli alla forza lavoro. Per questa ragione da una parte “i costruttori europei devono collaborare nel ridurre la capacità sovraproduttiva”, ma dall'altra l'Unione Europea deve fare la sua parte.
RENDERE L'EUROPA COMPETITIVA - Secondo il top manager, affinché l'industria automobilistica europea esca dalla crisi, sono necessarie una liberalizzazione dei mercati e la riduzione delle barriere agli scambi e agli investimenti: “dobbiamo adattarci alle nuove realtà competitive, rafforzando e preservando allo stesso tempo i valori che sono il fondamento dell'Unione Europea. È fondamentale che l'Europa promuova un quadro economico interno più competitivo di quello attuale. In parallelo deve spingere perché il mondo diventi un campo da gioco con uguali condizioni di accesso e stesse opportunità per tutti i giocatori coinvolti. Purtroppo siamo, al momento, lontani da tali condizioni di concorrenza e ancora di più da tale equilibrio”.
PUNTARE SULLE INDUSTRIE - Secondo Marchionne, la politica commerciale comunitaria deve tenere conto dell'importanza del settore manifatturiero. Quest'ultimo, “crea salari alti, promuove la ricerca e lo sviluppo e aiuta a mantenere un surplus commerciale. In breve, le industrie manifatturiere sono fondamentali per sostenere la crescita economica e la prosperità in Europa”. Belle parole, aggiungiamo noi, ma poi in effetti sono gli stessi costruttori a portare, sempre di più, la produzione fuori dal Vecchio Continente.