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Mini Challenge: lo sprint finale, visto dall’abitacolo

Pubblicato 16 ottobre 2016

Sul circuito del Mugello si è concluso il trofeo Mini Challenge. Un finale ricco di emozioni vissuto a bordo della “nostra” John Cooper Works.

Mini Challenge: lo sprint finale, visto dall’abitacolo

TEMPO (E TEMPI) DA BRIVIDI - La prima parte del weekend di gare al Mugello è stata contraddistinta da maltempo e freddo. Ma gli animi dei piloti erano più che caldi, visto che per loro questa era la tappa conclusiva del campionato. Tra quelli al rush finale c’era anche il Mini Challenge, dove fino alla vigilia della gara erano tre gli equipaggi a potersi contendere il titolo. Dopo un turno di prove libere sotto l’acqua, con tempi sul giro di tutto rispetto, il meteo ha dato un po’ di tregua e a metà della seconda sessione di test i piloti hanno potuto togliere le gomme rain e montare le slick, dimostrando immediatamente di cosa sono capaci le piccole belve inglesi. La conferma è venuta nelle qualifiche del venerdì, in cui si è partiti tutti con pneumatici da asciutto che hanno permesso di “volare” ai piloti delle Mini. La pole position è andata a Gianluca Calcagni, che nel primo dei suoi quattro giri con la sua Cooper S John Cooper Works numero 28 ha immediatamente “archiviato la pratica”. Al campionato, hanno partecipato oltre alle Mini di ultima generazione, dotate di motori duemila turbo da 265 cavalli, sia quelle della precedente serie, le Cooper S spinte da un millesei da 230 CV (per saperne di più, leggi qui). Tra queste ultime la migliore nelle qualifiche è stata quella di Marco Santamaria, in decima posizione. Nona la “nostra” Mini, grazie al tempo ottenuto dal nostro compagno di squadra Andrea Farina.

MATTINATA DA TIFOSI - Per la gara di sabato mattina il tempo incerto. Non piove, ma il cielo è coperto e la pista è ancora bagnata dagli acquazzoni della notte. Si corre alle 11.45, ma fino a un quarto d’ora dal via il sole non vuole saperne di fare capolino tra le nuvole. Nella gara che si è disputata subito prima del Mini Challenge, i piloti avevano provato a montare le slick nel giro di ricognizione, ma sulla linea di partenza erano stati costretti a tornare alle rain. È la scelta che fanno anche alcuni team del Mini Challenge, incluso il nostro. Chi parte con gomme lisce dovrà stare molto attento all’inizio, ma poi avrà vita più facile, visto che proprio a cinque minuti dal via le nubi si aprono e la pista inizia ad asciugarsi. La partenza è lanciata: dopo un giro dietro la safety car, questa si fa da parte e inizia la bagarre. Poche curve, e cominciano i primi incidenti per alcuni dei piloti che hanno scelto le slick. Il nostro compagno di gara Andrea Farina tiene bene la posizione, e nel corso della gara riesce a fare anche qualche sorpasso. Davanti, la lotta è serrata, ma corretta: c’è in ballo il titolo di campione italiano del Mini Challenge e durante il briefing coi piloti il direttore di gara non aveva usato mezzi termini. Infatti, rivolgendosi soprattutto a quelli in testa al campionato li aveva avvisati che al primo contatto sarebbero stati squalificati… Sorpassi e colpi di scena non mancano e i 25 minuti (più un giro) di gara scorrono velocissimi. La vittoria della gara va a Filippo Maria Zanin, ma è Ivan Tramontozzi con i punti guadagnati arrivando secondo che si aggiudica il campionato. Al nostro compagno va la soddisfazione di essere il primo dei piloti con gomme rain (nonché il decimo assoluto).

ARRIVA IL SOLE - Nel pomeriggio il maltempo è ormai solo un ricordo, e la nostra gara si disputa con gomme da asciutto. Da una parte siamo contenti, ma dall’altra sappiamo che sarà dura stare dietro agli altri piloti più esperti che in assetto d’asciutto possono sfruttare al meglio la loro vettura. Il regolamento del Mini Challenge impone che le prime sei posizioni di partenza siano invertite rispetto al risultato di gara uno. Per noi, resta quindi confermata la decima posizione. Nel giro di lancio dietro la safety car, stiamo bene attenti a scaldare le gomme e quando, dopo il tornante del Correntaio, i commissari di gara ci fanno disporre su due file per la partenza lanciata, il battito cardiaco è “a mille”. Ancora qualche curva in schieramento e sul rettilineo vediamo il semaforo. Al verde siamo liberi di dare gas, e partiamo bene spostandoci sulla sinistra e guadagnando qualche posizione. Arriviamo nel gruppo alla San Donato, un tornante in salita da affontare in terza marcia. Per non rischiare, lasciamo sfilare qualche avversario e proviamo a prenderne la scia. Del resto siamo qui per imparare, non certo per ostacolare chi ha disputato un intero campionato a bordo della sua Mini. Finché abbiamo qualche auto davanti che ci fa da “lepre” i tempi sul giro calano e riusciamo a scendere di due secondi rispetto alle qualifiche.

PRENDIAMO IL RITMO - Con gomme nuove ci godiamo l’agilità della “nostra” Mini John Cooper Works (la vettura gialla n°01 delle foto qui sopra): è un piacere sentirla danzare tra le curve del Mugello. Rispetto alle prove, riusciamo anche a gestire meglio il cambio sequenziale, che richiede l’uso del pedale della frizione solo in scalata, mentre in accelerazione a gas spalancato basta tirare la leva all’indietro per passare al rapporto superiore. Il duemila turbo dà il meglio di sé cambiando prima dei seimila giri, ed è un’emozione sentirlo spingere sul lungo rettilineo davanti ai box. I minuti trascorrono veloci, e le gomme iniziano a consumarsi. Col sole che tramonta sulle curve dell’Arrabbiata sentiamo che anche l’asfalto è diventato un po’ più scivoloso. I tempi sul giro salgono, almeno i nostri, che paghiamo l’inesperienza rispetto agli altri piloti. Nella seconda parte della gara cominciamo a vedere in lontananza negli specchietti i fari accesi dei piloti di testa. Quando ci sono sotto rallentiamo e ci spostiamo per non ostacolarli, stando attenti a non perdere concentrazione. Negli ultimi giri fronteggiamo un altro avversario, la stanchezza, cancellata in un attimo dallo sventolio della bandiera a scacchi. La gara viene vinta da Gianluca Calcagni, che fa fare il bis alla sua Mini numero 28 condivisa con Filippo Maria Zanin. Secondo ancora Ivan Tramontozzi, e terzo Alessio Alcidi, che ottiene la stessa posizione anche nella classifica finale del Mini Challenge 2016. Nell’hospitality allestita da Mini Italia possono partire i festeggiamenti e le premiazioni, a cui parteciperà anche Alex Zanardi impegnato nel weekend con la BMW M6 GT3 (leggi qui per l’intervista alla vigilia della gara).

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Ritratto di bravehearth
17 ottobre 2016 - 10:27
Che bel campionato!