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Multa ingiusta? Stress risarcito. A volte

11 aprile 2011

La Cassazione condanna un comune a pagare i danni da stress a un’automobilista: 200 euro per una sanzione illegittima.

SIGNORA COMBATTIVA - Il principio stabilito dalla Cassazione, con la recente sentenza 6712/2011, è elementare: se un automobilista riceve una multa ingiusta, non deve pagarla, e può aver diritto al rimborso dei danni da stress. Più complessa, invece, la vicenda che ha indotto la Corte suprema a pronunciarsi così. Tutto ha inizio nel 2004, quando una donna in stato di gravidanza commette un’infrazione a Palermo, parcheggiando la macchina sulle strisce pedonali: un ausiliario del traffico dipendente dell’Amat (azienda di trasporto) appioppa la multa di una quarantina di euro e fa rimuovere forzatamente il veicolo con un carro attrezzi. Immediato il ricorso al giudice di pace da parte della signora: sostiene che l’ausiliario autore del verbale è privo di delega del sindaco. E chiede al giudice che il comune di Palermo effettui un doppio rimborso: quanto versato per ottenere la restituzione della vettura rimossa, più il danno causato dallo stress. Il ricorso viene accolto in pieno, e il giudice fissa in 200 euro i danni da tensione nervosa. L’Amat non ci sta e si rivolge alla Cassazione, che però nei giorni scorsi ha confermato tutto.

NON È SCONTATO
- È vero che in passato altri giudici di pace hanno riconosciuto il danno da tensione nervosa ad automobilisti multati ingiustamente; tuttavia, la Cassazione ha esaminato un caso speciale: la signora era incinta, e per lei è stato particolarmente stressante non ritrovare più l’auto dopo averla parcheggiata, e dover recuperare il mezzo rimosso. Non è affatto detto, quindi, che per ogni verbale illegittimo si abbia diritto al rimborso dello stress.



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