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A Napoli sequestrati 2 milioni di ricambi per auto falsi

05 ottobre 2012

Un altro episodio che conferma l’esistenza di un grave fenomeno di contraffazione che da un lato danneggia le case automobilistiche e quelle della componentistica, dall’altro crea non pochi rischi per la sicurezza degli automobilisti.

COME LE “GRIFFE” - Gucci, Versace, Dolce & Gabbana e via discorrendo sono nomi di cui ben si conosce quanto siano colpiti dal problema dei falsi. Meno noto è il fatto che fenomeno analogo e per alcuni importanti aspetti molto più grave, lo vivono sempre di più le aziende della componentistica per auto. Da tempo si susseguono notizie di sequestri e scoperte di grandi quantitativi di ricambi e pneumatici “taroccati”, venduti come buoni.

VW NEL MIRINO DEI FALSARI - L’ultimo episodio venuto alla luce nei giorni scorsi nell’ambito del porto di Napoli, dove sono stati scoperti due container di ricambi per auto falsi provenienti dalla Cina e destinati al Ghana. Si trattava di seimila ricambi per auto Volkswagen, recanti il marchio Kolbenschmidt sk, ovviamente contraffatto. I ricambi per auto viaggiavano assieme a centinaia di migliaia di dvd “tarocchi”. Il tutto per un valore di circa 2 milioni di euro, secondo le stime fatte dalla Guardia di Finanza. 

ONESTÀ E PERICOLOSITÀ - Il problema della contraffazione non è nuovo, e sono alcuni anni che le case costruttrici e le aziende della componentistica si battono per avere norme severe e controlli attenti. Ma non solo. Il loro impegno è rivolto anche agli addetti ai lavori delle reti di assistenza e ai ricambisti, affinché vigilino e non si lascino ingannare o, peggio, non cedano alle lusinghe delle prospettive di affari facili. In ballo non c’è soltanto la correttezza e l’onestà, con quel che ne consegue se si viene scoperti, ma anche una questione di sicurezza per gli automobilisti. Numerosi test compiuti su ricambi falsificati hanno messo in evidenza la loro non idoneità a svolgere le funzioni per cui i pezzi originali sono stati progettati.

ENORME GIRO D’AFFARI - Nell’estate scorsa l’Anfia, l’associazione dei costruttori italiani, che comprende anche il settore della componentistica, ha preso l’iniziativa di pubblicare e diffondere un vademecum che aiuti a smascherare i falsi. Nell’occasione l’Anfia ha diffuso alcuni dati impressionanti sul fenomeno. Secondo le stime dell’Ocse (l’organizzazione mondiale per lo sviluppo economico) il giro d’affari del falso si aggira sui 16 miliardi di dollari all’anno nel mondo. Secondo il nostro Censis il fatturato di questo settore illegale è di circa 120 milioni di euro, che è l’equivalente del 15% dei ricambi venduti ogni anno in Europa. 



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Ritratto di yeu
5 ottobre 2012 - 19:50
Il 15% dei ricambi è un falso? Allora vuol dire che un ricambio su 6 è tarocco. Mi sembra troppo grave e pericoloso.
Ritratto di mustang54
5 ottobre 2012 - 19:54
2
contraffatte sono pericolosissime: si staccano all'improvviso, figuriamoci i vari tubi o altra roba...
Ritratto di LucaPozzo
6 ottobre 2012 - 14:33
Io non sarei così pessimista sulla componentistica cinese. Dopo tutto molti componenti di primo impianto sono prodotti proprio in Cina. I falsi nella ricambistica funzionano proprio come quelli nella pelletteria o negli abiti: la stessa fabbrica che ha la commessa per produrre 1.000 pezzi originali, dopo averli finiti, ne produce altri 2.000 e li rivende in proprio (e poi la gente si stupisce del fatto che le Gucci tarocche sono uguali a quelle vendute nelle boutiques. Grazie, le ha fatte lo stesso operaio cinese)
Ritratto di mustang54
6 ottobre 2012 - 19:26
2
sono prodotti derivati dalla stessa fabbrica. Per esempio la storia dei copriruota è di mia esperienza: nell'ormai lontano 1997 mio padre decise di mettere le coppe nuove alla ormai defunta Fiat Uno poiché quelle originali che montava si erano consumate, e decise di comprare quelle tarocche che nonostante erano fissate con i bulloni del mozzo, si staccavano. Motivo? Il surriscaldarsi dei mozzi anteriori scioglievano la plastica...
Ritratto di LucaPozzo
6 ottobre 2012 - 19:29
Sì ma non sto dicendo che non esistano prodotti di scarsa qualità. Stavo solo dicendo che non tutto ciò che è prodotto in Cina, solo perchè tarocco, non sia di buona qualità.
Ritratto di mattias93
6 ottobre 2012 - 23:42
Dovresti esserlo. Non preoccupa il fatto che siano prodotti in cina. Preoccupa il fatto che essendo prodotti contraffatti non sono sottoposti a nessun controllo qualità e non devono rispondere a nessuno standard. E per far guadagnare l'investitore devono essere economici da produrre, quindi i materiali vengono scelti in base all'offerta più economica.
Ritratto di yeu
7 ottobre 2012 - 13:57
Mi dispiace deluderti, ma la Gucci produce tutto in Italia e anche la pelle viene da concerie italiane che a loro volta devono usare tannini concianti di produzione italiana. Nella Toscana conta 45000 dipendenti e l'azienda è ferma nella sua politica di avere una produzione 100% italiana e questa regola la impone anche ai suoi fornitori. Per intenderci, l'esempio da te fatto, può essere giusto, solo che hai citato l'azienda sbagliata. Gucci è la più italiana di tutte e questo vanto lo usa tantissimo anche nel marketing e secondo la proprietà, è la vera chiave del proprio successo. Ti basta digitare su google GUCCI PRODUZIONE e troverai tutti gli articoli del caso.
Ritratto di LucaPozzo
7 ottobre 2012 - 14:13
Mamma mia, e che è sto fervore, lavori per PPR? Ho usato appunto il caso di Gucci, ma funziona appunto per tutti allo stesso modo. La SC nella pellettia e nell'abbigliamento è una roba impressionante per quanto è lunga. Ovviamente tutte le prime forniture di semilavorati sono di aziende italiane, sul secondo livello c'è ancora un po' di controllo (non sempre), sul terzo livello nessuno sa nulla (e nemmeno ci tiene troppo a saperlo). E sinceramente non ci vedo nulla di male. D'altra parte, se parliamo di borse, uno che è così gonzo da comprarne una a più di 150€, la comprerebbe anche se fosse fatta al 90% in Patagonia. Tra l'altro, se sei in PPR o vicino a loro, spiegami poi una cosa: se per questi francesi l'italianità è così importante, perchè fuggono le auto prodotte in Italia come la peste e comprano solo Mercedes?
Ritratto di yeu
7 ottobre 2012 - 14:53
Non sono in fermento e se leggi il mio commento ho anche scritto che il tuo commento può essere giusto solo che hai citato l'azienda sbagliata, quindi, in linea di massima, non ti sto dando torto, ho semplicemente puntualizzato la politica Gucci. Se poi loro comprano auto Mercedes o pinco pallino, non vedo cosa centra con la produzione italiana dei loro prodotti. Al massimo io griderei allo scandalo tutte quelle aziende che mettono il made in Italy producendo altrove.
Ritratto di LucaPozzo
7 ottobre 2012 - 15:08
Pienamente in accordo. Non so se veramente Gucci possa essere estranea a questa politica (altri marchi dello stesso gruppo vendono appunto per italiane cose che in Italia ricevono solo l'etichetta e la scatola). Sarebbe bello scoprire che loro fanno eccezione. Sulle auto lo dicevo per curiositá. Mi ha sempre fatto un po' ridere quando, lato cliente, vedevo gente che voleva vendermi, insieme al prodotto, "il vero valore dell' italianità che è fondamentale per la nostra azienda"......quando mi avevano appena parcheggiato di fronte una Megane
Ritratto di alfa orsetto
8 ottobre 2012 - 21:13
Confermo pienamente,un mio amico a comprato una coppia di fanali anteriori della fiat punto,uguali a quelli originali in tutto per tutto,la differenza sta nel prezzo inferiore non di poco.
Ritratto di lucios
5 ottobre 2012 - 20:06
4
.... e sti c..............?
Ritratto di Jinzo
5 ottobre 2012 - 22:49
ha farli venire in italia e poi partire di nuovo per il ghana...??? farli arrivare direttamente li ???
Ritratto di Emiliano974
6 ottobre 2012 - 02:13
poi accorci la filiera, i costi calano, e il magna magna poi..................................
Ritratto di ARAN-GP
5 ottobre 2012 - 23:39
è un bel problema
Ritratto di marcoVB
6 ottobre 2012 - 02:12
rassicurante!
Ritratto di gilrabbit
6 ottobre 2012 - 20:09
Ci sono molti ricambi per motori aerei farlocchi eppure volano! Forse se le case abbassassero drasticamente i componenti il falso scamparirebbe dal mercato. Del resto se un paio di Hogan costano 250 euro come si può pretendere che il mercato del falso stia fermo? In campo automobilistico esistono alcuni componenti come ad esempio i fari che sono veri e propri furti e che arricchiscono il mercato dell'usato, del riciclato e del farlocco ed credo che sia anche giusto così. Se poi il danno lo fanno a Vag ancora meglio!! Io officin aho visto un signore con una Audi A6 alla quale si era rotta la farfalla dell'aria posta sopra il motore. Costo del ricambio 2.400 euro! E' Audi che dovrebbe andare in galera e non il napoletano o cinese che tenta di sbarcare il lunario!!
Ritratto di mattias93
6 ottobre 2012 - 23:44
tergicristallo di ricambio della mia opel astra originale GM: 64 euro... tergicristallo preso all'eclerk della bosch: 6,99...
Ritratto di Caprotti92
8 ottobre 2012 - 01:10
Nel senso, se uno che mi vende uno stereo della golf, non originale allo stesso prezzo dell'originale è uno str.nzo! ma se ad esempio, come è capitato a me, devo cambiare la trasmissione della moto, originale del marchio mi viene 170€ e della PBR ottima marca me ne viene 80, prendo la seconda ovvio!
Ritratto di mecner
8 ottobre 2012 - 12:49
Il problema è quello di sempre. Purtroppo, da decenni, non se ne è venuti a capo. Sappiamo, però, che alcuni costruttori VW ma, non solo, hanno creato stabilimenti, per esempio in Cina, oppure altrove, dove producono pezzi di ricambio a costri bassissimi. Per poi venderli in Occidente a costi stellari. Perchè.............? Eccono dove si annidano e come si fanno guadagni galattici. E poi ci si meraviglia che sul mercato ci siano 'ricambi taroccati'........
Ritratto di milziade368
8 ottobre 2012 - 15:24
Alcuni subfornitori, per far rendere gli impianti, producono e mettono in commercio, attraverso canali compiacenti, il medesimo prodotto. Il ricarico è ragionevole e quindi il prezzo finale è più conveniente. Non sempre è così ed anche qui ci sono gli imbrogli. In ogni caso i costruttori mirano a recuperare gli sconti gravando sui ricambi, solo che hanno perso il senso della misura.
Ritratto di Renault90
8 ottobre 2012 - 19:01
se non li beccavano a napoli, comunque e vero un marchio che richiede 1.000 pezzi di un tale prodotto la "casa" dopo averli finiti ne produce altri 3.000 da vender in propio a prezzo più basso e guadagnarne moolto di più.
Ritratto di z750R
8 ottobre 2012 - 20:13
Credo che il problema sia che falsificano il marchio e non quello di creare prodotti compatibili un esempio banale: La Fiat nei suoi motori usa olio Selenia se il mio meccanico mi fa il tagliando con olio Auchan non ha usato olio falso ma solo di una diversa azienda non so se ho reso il discorso...
Ritratto di ale2612
10 ottobre 2012 - 09:50
Conosco una ragazza che lavora in unlaboratorio che produce borse da 1000/1500€ al pezzo (BottegaVeneta ,Cloe ....) nel laboratorio sono in 70 persone di cui 40 sono nigeriani,pakistani,indiani,marocchini .....dunque Made in italy è riferito al luogo di produzione non alla manodopera impiegata... Inoltre il titolare,se ha troppe commesse da aziende diverse ,le accetta lo stesso e poi le gira ad un laboratorio cinese vicino ....nessuno scandalo,tra l'altro le borse che girano ai cinesi sono fatte meglio di quelle che fa la mia amica,e hanno una difettosità minore di quelle fatte dai nostri