PREVISIONI INGEGNERISTICHE - Nel corso di una giornata di studio organizzata dalla SIA, Societé des Ingenieurs de l’Automobile, a Rueil-Malmaison, non lontano da Parigi, è stato tracciato un quadro impressionante degli obiettivi che l’Europa deve raggiungere in materia di veicoli a motore. Alla base di tutto ci sono i programmi dell’Unione europea, che nel 2011 ha pubblicato il Libro Bianco sui Trasporti, da cui derivano una serie di limiti molto ambiziosi in materia di emissioni di CO2.
RIDUZIONE DRASTICA - Secondo quanto programmato dell’UE, nel 2020 il 70% delle auto nuove immatricolate in Europa dovrà avere un sistema che comprende la trazione elettrica. Solo così si potrà avere la media di 95g/km di CO2 sull’intero mercato. Proseguendo nelle valutazioni delle prospettive future, l’ingegnere Philippe Doublet, responsabile alla Renault per le emissioni di CO2, ha anche aggiunto che il problema diverrà ancora più acuto nei decenni successivi: “Per gli anni successivi dovrà esserci una ulteriore drastica riduzione consumo di carburante derivato dal petrolio. L’obiettivo è infatti di non arrivare al 2030 consumando un terzo del carburante usato oggi, mentre per il 2050 il “taglio” dovrà essere ancora più pesante, arrivando a bruciare soltanto undecimo di quanto consumato oggi”.
OBIETTIVO 2030 - In termini di emissioni di CO2 si tratta di arrivare al 2030 con emissioni medie delle auto a quota 55 g/km. Per realizzare un tale obiettivo occorre attuare una strategia che comprenda vari aspetti: certamente il ricorso all’elettrificazione delle vetture con i sistemi ibridi, ma anche a un forte alleggerimento dei veicoli.
MENO PESO, PIÙ AERODINAMICA - Lo stesso Philippe Doublet ha fatto l’esempio della Renault Clio, che oggi si può avere con emissioni di 83 g/km di CO2 (motore diesel) e 99 g/km (a benzina). E se queste vetture saranno opportunamente alleggerite e se si ridurrà la quantità di energia necessaria per fare funzionare i sempre più numerosi servizi di bordo, allora si potrà ridurre le emissioni del 50%.