QUESTIONE DI VISIBILITÀ - La NEVS ha annunciato nelle scorse ore di non voler più utilizzare il marchio Saab, azienda acquistata nel 2012 dopo la bancarotta. Questa decisione, comunicata attraverso una nota ufficiale, mette fine alle speranze di rilancio coltivate dagli appassionati del marchio, fondato nel 1945 e da allora capace di costruirsi una solida reputazione nel mercato delle berline: le Saab si sono da sempre distinte per gli alti livelli di sicurezza, tecnologia e comfort di marcia, diventando negli anni un punto di riferimento per chi cercava un’alternativa alle Audi, BMW e Mercedes. La svedese NEVS, finanziata da capitali cinesi, ha giustificato tale decisione spiegando di voler aumentare la propria visibilità sul mercato internazionale, che altrimenti sarebbe venuta meno per la grande popolarità di cui ancora gode la Saab. Il motivo vero? Nei mesi scorsi la Saab AB, società che produce arei e armamenti e detiene i diritti sul nome Saab e sul simbolo con il grifone nel logo, ha negato alla NEVS l'uso del marchio.
RICCA FORNITURA - Nel documento ufficiale è scritto inoltre che la prima vettura della NEVS (acronimo di National Electric Vehicle Sweden) verrà lanciata sul mercato a inizio 2017. Sarà una berlina elettrica, basata sulla struttura della Saab 9-3, destinata ad innescare la strategia dell’azienda per imporsi sul mercato automobilistico prima cinese e poi globale: l’azienda ha già sottoscritto un ricchissimo accordo di fornitura con la Panda New Energy, per un totale di 150.000 vetture da consegnare entro il 2020. La NEVS acquistò la Saab con l’obiettivo di trasformare la berlina 9-3 in modello a zero emissioni, lasciando invariata l’estetica ma intervenendo solo a livello meccanico: la NEVS si è impegnata a rimpiazzare il 20% dei componenti forniti dalla General Motors, che possedeva la Saab prima del suo fallimento.