INTERESSE INDIANO - “Nessun accordo è stato ancora raggiunto con il gruppo indiano Mahindra”: così l'amministratore delegato della Pininfarina, Silvio Angori, nel corso dell'assemblea dei soci in svolgimento a Cambiano, nel torinese. Per l'azienda il nodo è cruciale dopo le grosse difficoltà economiche seguite al sostanziale ridimensionamento delle attività di produzione per conto terzi e relativa chiusura nel 2011 dell'ultimo stabilimento di San Giorgio Canavese. Nel 2008 l'azienda italiana aveva perso Andrea Pininfarina, figlio di Sergio, venuto meno nel 2008 a causa di un incidente stradale (sostituito alla presidenza dal fratello Paolo).
VANNO MESSI D'ACCORDO - L'interessamento dell'azienda indiana potrebbe costituire un punto di svolta, ma - come ha sottolineato Angori - “la conclusione di un accordo implica il completamento di un processo strutturato di formazione del consenso”: è richiesto l'assenso della Pincar, azionista di maggioranza della Pininfarina, della stessa Mahindra e (non da ultimo) di tutte le tredici banche creditrici del Gruppo. Per questo la conclusione è all'insegna del freno a mano tirato: “L'interesse per Pininfarina - ha concluso l'amministratore delegato - dimostra che la nostra società si è affermata come una delle principali nel Made in Italy rappresentando l'eccellenza nel design ed engineering del settore automotive e non solo […] Qualora l'intesa dovesse avvenire, ne daremo informazione al mercato”.