L’UFFICIALITÀ - Secondo il rilevamento settimanale del Ministero per lo sviluppo economico, il prezzo medio nazionale della benzina (in modalità “servito”) il 15 luglio era di 1,762 euro al litro; quello del gasolio 1,653 euro. Rispetto alla settimana precedente (il Ministero compie il monitoraggio ogni martedì sulla base dei prezzi praticati il giorno prima) la variazione era stata di 0,021 euro. Secondo altre fonti non ufficiali ma largamente utilizzate le cose stavano diversamente. I rilevamenti di Quotidianoenergia fissavano il prezzo medio nazionale della benzina a 1,831 euro al litro, quello del gasolio a 1,733 euro.
MA C’È CHI VA OLTRE - In questo quadro contraddittorio che lascia perplessi ci sono poi le esperienze dirette possibili su strade e autostrade, quelle che fanno incontrare stazioni di servizio in cui la benzina è venduta a oltre 2 euro al litro. Una testimonianza in tal senso è stata pubblicata dal Sole 24 Ore ieri, con un servizio realizzato “sul campo” citando chiaramente dove sono stati incontrati i prezzi oltre i 2 euro. Ciò nonostante che lo stesso Sole 24 Ore riporti sul suo sito i rilevamenti di YouPetrol che oggi fissano a 1,829 euro al litro il prezzo della benzina e a 1,723 euro quello del gasolio, in modalità “self”. Per chiarezza è forse utile dire che YouPetrol è un servizio di informazione sui prezzi dei carburanti patrocinato dalla branca che si occupa di energia dell’autorevole centro studi Nomisma.
DOVE I PREZZI MIGLIORI? - Non manca la diatriba su dove siano i prezzi più cari, se sulle autostrade o sulle strade ordinarie. Con i moderni mezzi di rilevamento e di comunicazione dovrebbe essere agevole stabilirlo, ma non lo è. Prova ne sia che da un lato c’è chi indica i distributori autostradali come quelli più cari (anche per il balzello che devono pagare alle società concessionarie della tratta) e dall’altra le autostrade che negano la cosa. Sulla questione è infatti intervenuto lo stesso amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, che ha affermato: “Le politiche sui prezzi le fanno le compagnie petrolifere; noi possiamo solo preoccuparci che quando affidiamo le gare per le aree di servizio, tra i parametri ci sia anche la competitività dei prezzi dei carburanti. I numeri dimostrano - ha aggiunto Castellucci - che i prezzi nelle aree autostradali sono più bassi di quelli sulla rete ordinaria”. Insomma, non solo il prezzo dei carburanti varia da distributore a distributore, ma incerti e variegati sono anche i risultati dei rilevamenti dei principali organismi che si dedicano al lavoro di monitoraggio del mercato.
TUTTI CONTRO TUTTI - Tutto ciò in un quadro in cui tutti accusano tutti. I gestori proclamano scioperi, poi sospesi, lamentando di non fargliela più ad andare avanti e accusando le società concessionarie delle autostrade di pretendere royalties di rendita e lo Stato di gravare eccessivamente di tributi i prodotti petroliferi. Il ministro per lo Sviluppo economico convoca i petrolieri (per il 25 luglio) per parlare del problema del prezzo dei carburanti facendo dichiarazioni che paiono stupite degli aumenti. I petrolieri che hanno buon gioco a far riferimento a un mercato internazionale del petrolio (che peraltro da vicino conoscono solo loro) e soprattutto a puntare il dito contro quel pesantissimo 58,68% di tributi che gravano sulla benzina (il 54,74% sul gasolio).
LA REALTÀ VISSUTA - Ma tutto ciò a parte, la realtà che gli automobilisti conoscono direttamente è quella che da qualche settimana sta registrando un costante aumento dei prezzi e la prospettiva che quella soglia anche psicologica, ma soprattutto concretissima, del prezzo oltre i 2 euro al litro diventi un dato diffuso con cui fare i conti.
CALANO I CONSUMI - Non stupisce che i prezzi crescenti dei carburanti, calati in una situazione generale in cui l’economia è fiacca e le famiglie hanno problemi economici, il consumo dei carburanti diminuisca. E infatti le ultime statistiche diffuse dall’Unione petrolifera registrano chiaramente questa tendenza cominciata da tempo. Secondo i dati diffusi dall’Unione a giugno la domanda di benzina e gasolio è diminuita del 9,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. In particolare la benzina è calata del 12,3%, mentre il gasolio è sceso dell’8,5%. Ciò ha portato a chiuder il bilancio del primo semestre con un calo di consumi del 6,8% per la benzina e del 4,5% per il gasolio.