NOVE IN SEMIFINALE - A inizio giugno la Seat ha chiesto al popolo di internet di proporre il nome per la suv attesa nel 2018, che avrà prezzi superiori rispetto alla Ateca e sarà lunga 470 cm circa. Le richieste dovevano essere presentate attraverso i social network (utilizzando l’hashtag #SEATseekingName) e riferirsi ad una precisa località spagnola, in maniera analoga a tutte le Seat. Nei giorni scorsi la casa ha annunciato i primi nove nomi semifinalisti: sono Abrera, Alboran, Aran, Aranda, Avila, Donosti, Tarifa, Tarraco e Teide. Una nuova selezione verrà compiuta entro il 12 settembre, quando verranno annunciati i tre nomi finalisti, che saranno poi votati su internet fino al 25 settembre. L’annuncio del nome vincitore è atteso il 15 ottobre.
NIENTE DOPPI SENSI - Operazioni di questo genere possono nascondere diverse insidie, perché la Seat (come tutte le case automobilistiche) devono prima accertarsi che i nomi “papabili” siano utilizzabili liberamente, rispecchino i valori della marca e non diano origine a doppi sensi o giochi di parole in altre lingue: celebre è l’esempio dell’utilitaria Mazda Laputa, nome ispirato all’isola nel romanzo I viaggi di Gulliver, ma che in spagnolo vuol dire prostituta. La Seat ha ricevuto 10.130 proposte e sta lavorando in questo periodo per trovare le finaliste, dopo aver coinvolto un’agenzia specializzata e organizzato test nei Paesi in cui l’auto sarà venduta.
DERIVA DALLA SKODA KODIAQ - La nuova suv della Seat condividerà gran parte delle componenti con la “sorella” Skoda Kodiaq, quindi adotterà il pianale MQB, a trazione anteriore o integrale, e i motori 2.0 e 1.6 TDI oppure il 1.4 TSI abbinati al cambio manuale o automatico a doppia frizione. Verrà assemblata nello stabilimento Volkswagen a Wofsburg. Lo stile della carrozzeria richiamerà il prototipo Seat 20V20 del 2015 (nelle foto).