I TAGLI DEL COMMISSARIO - Prima, la legge di stabilità di tre mesi fa che prevedeva la fusione tra il Pra (gestito dall’Aci) e la Motorizzazione; poi, il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che parla di tagli che riguardano l’Aci (in alto la sede romana). Così, adesso, scende in campo Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile club italiano. Secondo cui, “l’Aci e tutte le sue strutture per lo Stato rappresentano una risorsa e non un costo. Non solo perché l’Aci è un ente pubblico non economico e come tale non grava sul bilancio dello Stato, ma soprattutto perché ha un bagaglio di esperienza, tecnologia ed efficienza che gli consente di farsi carico di funzioni e servizi che altre strutture della pubblica amministrazione svolgono non sempre in modo autonomo ed economicamente sostenibile”.
LE SOLUZIONI DELL’ACI - “Abbiamo messo a disposizione del Governo”, continua Sticchi Damiani, “le nostre soluzioni progettuali per una spending review sulla mobilità a vantaggio dei cittadini oltre che dello Stato, puntando sull’incremento dell’efficienza sinergica delle strutture pubbliche e salvaguardando i livelli occupazionali nel pubblico impiego”.
ANCORA POLEMICHE - “Le congetture apparse su alcuni quotidiani”, dice ancora Sticchi Damiani, “attribuiscono all’Automobile club d’Italia una piramide di 800 poltrone ben retribuite e un bilancio in rosso: falso. L’Aci è oggi un sistema territoriale di 106 Automobile club provinciali, i cui presidenti per lo più non ricevono alcun compenso, come i loro consiglieri che svolgono il lavoro spinti solo dalla passione per il settore dei motori e della mobilità”. Adesso, la palla passa a Cottarelli, ma anche a Maurizio Lupi, il ministro dei Trasporti: “Su Aci-Motorizzazione abbiamo un piano che, entro mesi, e non anni, metterà ordine nelle sovrapposizioni che esistono tra i servizi”.