VERSO QUOTA 100 - Dal 2009 al 2016 la vendita di vetture nuove è cresciuta nel mondo di 28,8 milioni di unità (+45%), passando da 62,2 milioni di otto anni fa a 91 milioni a fine 2016 e, secondo alcune previsioni, è destinata a raggiungere i 100 milioni nel 2020. Che sia a benzina, a gasolio o elettrica, sportiva o suv, l’auto rimane quindi in cima ai desideri di moltissime persone, un numero appunto crescente, come messo in evidenza dall'edizione 2017 dello studio Osservatorio Auto Findomestic. La ricerca, effettuata in 15 Paesi industrializzati con domande poste a 8500 consumatori, indica che l'88% di questi considera l'automobile come "uno strumento indispensabile, di cui è impossibile fare a meno", percentuale che sale addirittura al 90% in Italia. Basata sui risultati di sondaggi effettuati in Sudafrica, Germania, Belgio, Brasile, Cina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Italia, Giappone, Messico, Polonia, Portogallo, Regno Unito e Turchia, l'analisi sottolinea come il possesso del mezzo a motore sia associato ad altre due importanti considerazioni: per l'88% del campione (l’87% degli italiani) è uno strumento di libertà mentre per il 93% di tutti gli interpellati permette risparmi di tempo. Per loro, guardando al 2030, l'ecologia guiderà le scelte d'acquisto: "Per il 39% l’ibrido sarà la prima forma di trazione, seguito dall’elettrico (17%) e dalla benzina (11%)" si legge nella nota di commento al rapporto. Al riguardo da notare come gli italiani ritengano che a "subire un tracollo importante sarà il motore a gasolio, destinato a sopravvivere solo per il 10%" del campione.
VOLANTE MON AMOUR - Secondo la relazione dell'Osservatorio Findomestic l'immagine del bene automobile nel mondo non risulta essere stata danneggiata dal recente scandalo Dieselgate: raccoglie, infatti, il 90% di consensi in Italia e nel mondo. Si notano, invece, nelle diverse aree del pianeta differenze nell'interpretazione del rapporto di passione collegato al volante: in media per l'84% degli automobilisti a risaltare è il piacere di guida (l'83% per gli italiani, il 69% per gli statunitensi e il 66% per i giapponesi). L'auto, poi, continua a essere per molti un elemento d'affermazione sociale: lo rappresenta per il 18% degli italiani, subito dietro alla casa (36%). "È ancora uno status symbol - chiarisce in proposito Fabio Fornezza, presidente dell'istituto di ricerca Eumetra - ma lo è in maniera diversa rispetto agli Anni 80: oggi deve essere bella, pratica, comoda, confortevole e utile alla famiglia". Talvolta, quando si parla di macchine, chi più spende è più felice: il 38% del campione italiano per il proprio appagamento personale è disposto a staccare un assegno più alto rispetto a quanto dovuto per un veicolo standard, "per comprare una bella automobile che soddisfi l’aspetto edonistico e lo rappresenti agli occhi degli altri". A livello internazionale tale media sale al 47%, con punte del 93% in Cina, del 71% in Turchia e del 66% in Brasile. In questo contesto le suv e i modelli di marchi premium appaiono quelli più adatti da sfoggiare, nel Belpaese nel 2016 rispettivamente per il 27% e il 15% della gente (nel 2010 tali valori si attestavano per entrambe le voci all'11%). A livello internazionale, invece, i primi toccano il 42% negli Stati Uniti e il 33% in Cina, i secondi raggiungono il loro massimo in Germania (31%) e Regno Unito (30%). Per i consumatori, inoltre, "La prossima auto - chiarisce il rapporto - dovrà essere soprattutto sicura (63%), capace di assistere il conducente nella guida (44%) e connessa (24%); solo il 15% ricerca le prestazioni che sembrano aver perso un ruolo importante nella scelta del veicolo, anche presso il target più giovane (18-34 anni) all’interno del quale solo il 18% le ritiene indispensabili".
IL FENOMENO ITALIANO DELLE KM ZERO - Fatta questa fotografia generale, lo studio effettuato dall'Osservatorio Findomestic, il ramo del gruppo BNP Paribas specializzato nell'erogazione del credito a consumo, mette sotto i riflettori un fenomeno molto italiano, quello della vendita di vetture a chilometri zero, cioè immatricolate dai concessionari per esposizione, come vetture dimostrative o per "fare numero", e rivendute ai privati con forti sconti e con pochi o nessun chilometro all'attivo. Dal 2015 al 2016 questo tipo di offerta è aumentata del 27,2% e, si legge, "continua a essere decisamente rilevante nel 2017 con oltre 130.000 veicoli (fonte Dataforce) già immatricolati tra gennaio e maggio (+71,9% su gennaio-maggio 2015)", a dimostrazione che si tratta più che di un fenomeno temporaneo di una vera e consolidata "modalità commerciale conosciuta dal 92% dei consumatori e il 71% degli italiani (il 66% delle donne) ne dà una definizione corretta". In base ai dati Doxa, stimati su rilevazioni effettuate su un campione rappresentativo della popolazione italiana, il 14% degli intervistati ha già acquistato una vettura km zero e il 95% sarebbe propenso a comprarne una "a fronte di uno sconto che secondo il 61% del campione deve attestarsi tra il 15 ed il 30%". Al riguardo, l'Osservatorio Auto di Findomestic sottolinea: "il 36% dei consumatori si dice intenzionato ad acquistare la prossima auto a km zero. Il 21% si dichiara orientato all’acquisto di un’auto nuova, il 10% di un’auto usata. 3 su 10 sono indecisi. Tra questi soprattutto le donne (37%)".