IN PARTENZA - Milano e Torino hanno dato il via al test sulla micromobilità elettrica, dopo che, il 27 luglio, è entrato in vigore il decreto voluto dal governo. Il cui obiettivo è eliminare la situazione caotica attuale: monopattini elettrici, ma anche segway, hoverboard e monowheel invadono le città e i marciapiedi, violando il codice della strada e costituendo un pericolo per i pedoni. Il decreto permette che questi mezzi circolino se i comuni aderiscono alla sperimentazione (dura da uno a due anni), come per l’appunto hanno fatto Milano e Torino, ma solo su determinate strade e rispettando una serie di regole. Per chi sgarra, multe da 26 a 102 euro. Dopo due anni di test, il governo deciderà il da farsi.
LE REGOLE - Sono complesse e articolate le normative del decreto per il test dei monopattini elettrici e dei suoi “cugini”. Tutti possono viaggiare di giorno e con il bel tempo. Mentre da mezz’ora dopo il tramonto e fino a mezz’ora prima dell’alba o col meteo avverso, possono essere usati solo se dotati di luci anteriore e posteriore, e di catarifrangenti. A condurli sono ammessi i maggiorenni, o anche chi ha da 14 a 18 anni, ma solo se dotato di patente di categoria almeno AM (quella per i ciclomotori). Si viaggia senza passeggeri ed è obbligatorio un andamento “regolare”: niente “manovre brusche né acrobazie”, come pure i “comportamenti che causino intralcio ai pedoni”. I microveicoli elettrici possono viaggiare in aree pedonali, su percorsi pedonali, su piste ciclabili separate dalla sede stradale e su corsie a loro riservate (di cui è prevista la realizzazione, in parallelo all’installazione dei cartelli); inoltre, ne è consentito l’uso anche sulle strade con limite di 30 km/h. Il limite è di 20 km/h, che scende a 6 km/h nelle aree pedonali.