IL PESO DELLA FIDUCIA - “Compreresti un’auto usata da questo uomo?” scritto sotto la foto di un personaggio verso cui si vuole instillare un giudizio negativo, è una trovata di comunicazione nota e diffusa. Più in generale la trovata ha anche un’altra valenza, quella che attribuisce alla compravendita dell’auto d’occasione un momento in cui la fiducia è fattore importante.
SFIDUCIA DIFFUSA - Proprio recentemente la fiducia dei consumatori europei verso i commercianti di auto usate è stata misurata dall’indagine annuale che la Commissione europea svolge sui mercati dei principali generi merceologici per valutare quali godano la fiducia dei consumatori e quali invece suscitino sfiducia. Ebbene, chi commercia auto usate non gode di grande fiducia. La classifica secondo il cosiddetto Indicatore di funzionamento del mercato (IFM) colloca il mercato degli autoveicoli d’occasione all’ultimo posto assoluto dei 51 mercati considerati (di cui 21 relativi a prodotti e 30 riguardanti servizi).
IN VISTA UN’INDAGINE EUROPEA - Il settore dal mercato più stimato è quello dei libri, delle riviste e dei giornali, con un giudizio che è arrivato a 103,7, mentre i commercianti di autoveicoli usati non sono andati oltre 92. Ce n’è stato abbastanza perché la Commissione europea decidesse di procedere a un’indagine conoscitiva sul settore per vedere se e come quanto lamentato dagli intervistati risponde al vero.
CONTRO I “TAROCCATORI” DI CONTACHILOMETRI - Ma la reazione più concreta è stata quella del Cecra, il Consiglio europeo dei commercianti e degli autoriparatori auto, che organizza concessionari, commercianti e officine. L’organismo non ha difeso la categoria, ma ha preso un’iniziativa che per certi versi riconosce la fondatezza della scarsa considerazione di cui godono i commercianti di auto d’occasione: ha sollecitato la Commissione europea ha predisporre misure di controllo e di repressione contro le pratiche truffaldine basate sulla manipolazione dei contachilometri per far apparire le auto più “fresche” di quello che sono.
CONTROLLI INTERNAZIONALI - Il Cecra avanza una indicazione precisa su quale sia la strada da seguire: una sorta di tracciabilità dei veicoli a partire dalla prima immatricolazione lungo ogni passaggio in officina. In proposito viene citato l’esempio del Belgio, dove la legge prevede questa procedura. Lo stesso Cecra fa presente che il problema è di grandi dimensioni e richiede una visione comunitaria, con l’istituzione di controlli internazionali attraverso un sistema europeo.







