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Uber “spegne” il servizio in Italia

13 aprile 2017

Dopo la decisione del Tribunale di Roma, Uber conferma la cessazione temporanea del servizio (chiudendo la app) in attesa dell'esito del ricorso.

Uber “spegne” il servizio in Italia

RICORSO IN VISTA - Domenica 16 aprile sarà l’ultimo giorno di funzionamento in Italia dell’applicazione Uber il servizio di trasporto che permette di noleggiare auto con autista, i cosiddetti NCC. L’azienda ha optato per questa decisione in attesa di appellarsi contro l’ultima sentenza emessa da un giudice che ha accolto la tesi della concorrenza sleale: il Tribunale di Roma ha disposto l’interruzione del servizio e il blocco delle operazioni sul territorio italiano (qui la news). Il responsabile di Uber per l’Italia, Carlo Tursi, ha spiegato che l’azienda avrà bisogno di alcune settimane prima di ricorrere in appello e ha criticato la sentenza del Tribunale, che a suo giudizio va nella direzione opposta di quanto scritto nel decreto Milleproroghe sul rientro in sede delle auto NCC.

LA QUESTIONE DEL RIMESSAGGIO - L’obbligo del rientro nel rimessaggio rappresenta un elemento chiave nello scontro fra i taxisti e gli autisti NCC. Questi ultimi infatti non possono sostare in strada come i normali taxisti, ma devono rientrare all’interno di una rimessa situata nel territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Ciò va fatto prima e dopo ogni servizio. I taxisti contestano proprio questo, perché l’app di Uber permette agli NCC di accettare prenotazioni anche dallo smartphone, quindi senza rientrare obbligatoriamente nella rimessa, come invece prescrive la legge. Secondo i taxisti, ciò avrebbe portato a una contrazione nel loro giro d’affari. A fine febbraio la Camera aveva approvato il decreto Milleproroghe, rimandando al 31 dicembre 2017 l’introduzione delle novità sul tema, scatenando l’ira dei taxisti che speravano in decisioni più rapide.

L'ITALIA NON È LA SOLA - I circa 1000 autisti di Uber in Italia ora vedranno calare drasticamente il loro giro d'affari, in attesa dell'esito del ricorso e una eventuale futura riattivazione. L'Italia non è l'unico paese ad avere decretato Uber non legale: tra questi ci sono Danimarca, Colombia, Northern Territory in Australia, Corea del Sud, mentre in Francia, Belgio, Spagna, India e in alcuni stati degli USA ci sono delle restrizioni. Resta attivo UberEats, che si occupa di consegnare cibo.



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Ritratto di erg1002
14 aprile 2017 - 22:31
Una vergogna.