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Un viaggio nei rally dagli albori a oggi

18 gennaio 2017

La magia e l’evoluzione dei rally, a partire dal 1960, in un libro di 400 pagine.

Un viaggio nei rally dagli albori a oggi

AVVINCENTE - Dalle vetturette simili a quelle che si usavano tutti i giorni, alle auto a trazione integrale, fino alle potentissime “Gruppo B” e alle WRC di ultima generazione: è l’avvincente viaggio nel tempo raccontato nel libro “La storia dei rally” (edizione aggiornata), di Sergio Remondino (Giorgio Nada Editore, € 50), presentato oggi alla Terrazza Martini di Milano. L’opera, di 400 pagine (24,3x27 cm), con 800 immagini a colori e in bianco e nero provenienti dall’archivio McKlein, rilegata con sovracoperta, ripercorre l’evoluzione della disciplina dal 1960 (proprio agli albori) fino al 2016. Il volume include la nascita del mondiale rally costruttori e piloti, protagonisti di questa affascinante storia: oltre mezzo secolo di emozioni, documentate con foto e aneddoti gustosi.



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Ritratto di Ercole1994
18 gennaio 2017 - 20:38
Gli anni 70/80/90, sono stati assolutamente gli anni migliori per il rally, mentre ultimamente non entusiasma più di tanto. Costi chiamo un po come libro, ma vale tutti i soldi solo per la presenza delle mitiche Lancia di una volta!
Ritratto di 52armando
19 gennaio 2017 - 02:30
1
Per entusiasmare si devono creare delle categorie per cilindrata e per dimensioni e Sopratutto si devono creare delle limitazioni molto più restringenti. Le auto devono somigliare tantissimo alle auto di serie sia esteriormente che di meccanica. Queste auto dovrebbero rappresentare la qualità delle auto di serie. Oggi non rappresentano nulla. E per questo i rally non sono più amati come una volta. Guardate la parigi-dagar che cosa ha la 3008 che ricorda l'auto di serie??' E' UNO SCHIFO! Ormai queste corse sono solo appannaggio di quelle case avendo bisogno di pubblicità investono più degòi altri. per me queste corse sono finite ai tempi della Lancia delta o della Fiat 124. E non lo dico solo perchè sono italiane. l'ho fatto per ricordare il periodo. Infatti a riprova l'emozione più grande l'ho provato quando ero piccolino (ma già appassionato di auto) e vedevo vincere una MINI il rally di Montecarlo.- Come diceva il grande BARTALI --- E' tutto da rifare--- Saluti
Ritratto di Dorian
19 gennaio 2017 - 08:43
Non sono del tutto d'accordo, voglio dire che si, prima questo genere di corse risultava essere più seguito, avvincente e accattivante, ma era molto più seguita anche la F1, che ora non si calcola più nessuno. La verità è che sono cambiate le persone e i gusti di queste ultime; La strettissima parentela con le auto di grande serie da te caldeggiata, andrebbe bene nelle categorie base, ma sinceramente, la grandiosità delle gruppo B derivava dal fatto che di serie avevano poco e niente, con prestazioni che nulla avevano a che vedere con le auto di tutti i giorni. Ma la gente si ritrovava nel marchio e nelle capacità tecniche che quest'ultimo riusciva ad esprimere, non nel modello in se, che secondo te avrebbe dovuto essere lo stesso preciso identico di quello che aveva portato lo spettatore a bordo strada. Per me non è così, la Dakar ad esempio io la seguo, ma lo faccio anche perché posso vedere all'opera piloti d'eccezione su mezzi d'eccezione come la 3008 DKR che di serie non ha nulla se non il nome e di questo ringrazio il cielo. Lo dimostra anche il numero di visualizzazioni: una gara come la cronoscalata del Pikes Peak è guardata praticamente solo nella categoria unlimited, io conosco a memoria ogni curva fatta da Loeb con la 208t16 prototipo con cui ha vinto e lo stesso vale per quando la gara era su sterrato. La verità è che dovranno mettere le ruote ai tablet e farli correre se vorranno avere buon seguito E HO DETTO TUTTO!
Ritratto di Sprint105
19 gennaio 2017 - 16:06
Ci voleva un libro così
Ritratto di caronte
29 gennaio 2017 - 20:56
Per me è lo sport più spettacolare dopo la Dakar.