La digitalizzazione dei servizi e l’avvento dell’intelligenza artificiale sono ormai cruciali nel settore delle assicurazioni. Verti, compagnia che fa capo al gruppo Mapfre e che è presente in Italia dal 2018 (con circa un milione di assicurati complessivi), è sempre stata molto attenta a questi aspetti, tanto che può essere annoverata fra le prime assicurazioni operanti nel ramo auto, moto, furgoni e casa/famiglia a puntare su un modello di business digitale. Di questa strategia abbiamo parlato nel dettaglio insieme al CEO della compagnia Enrique Flores-Calderon (nella foto qui sotto) e al direttore business Marco Buccigrossi.
Enrique, chi è Verti Assicurazioni e come sta evolvendo il settore in cui opera?
Verti è una compagnia dal DNA digitale. Operiamo in Italia dal 2018, gestendo circa un milione di assicurati: un traguardo raggiunto perché i nostri clienti hanno capito fin da subito le grandi potenzialità offerte dai servizi online. In generale, il settore in cui operiamo è in forte crescita. Infatti, a fronte di un mercato assicurativo italiano che nel complesso, dal 2022 al 2024, è cresciuto del 3,5%, il comparto delle compagnie “dirette” (assicurazioni che vendono polizze online ai clienti senza intermediazioni), è cresciuto invece di ben il 10%.
In cosa vi distinguete dalle altre compagnie che operano online?
Penso che il nostro approccio al cliente sia l’aspetto che più ci distingue dalla concorrenza. Abbiamo investito molte risorse sui servizi digitali e questo ci ha permesso di ridurre i costi interni. Non ci siamo però dimenticati che è l’attenzione nei confronti del cliente ciò che fa davvero la differenza. Un esempio concreto è il nostro servizio d’assistenza stradale, disponibile su tutto il territorio nazionale 24 ore su 24, sette giorni su sette e accessibile anche tramite la chat di Whatsapp. A ciò si aggiunge poi la possibilità di usufruire di una radicata rete di carrozzerie convenzionate che, in alcuni casi, offrono auto sostitutive.

Il vostro DNA è digitale: l’esperienza è alla portata anche di chi non ha grande confidenza con il mondo digital o è alla sua “prima volta” con una assicurazione online?
Indubbiamente abbiamo puntato molto su tecnologia e innovazione, ma non ci siamo dimenticati di dare ascolto anche a chi preferisce un’interazione più tradizionale. Abbiamo infatti un contact center accessibile e facilmente raggiungibile. Ad ogni modo per poter rimanere al passo coi tempi tocca spingere forte sull’innovazione: un esempio del nostro impegno su questo fronte è il servizio che consente ai clienti di effettuare online la perizia dell’auto dopo un incidente. Così riusciamo ad accorciare sensibilmente i tempi di riparazione del veicolo.
L’intelligenza artificiale (Ai) ha cominciato a impattare davvero sulla vita e sulle abitudini di tutti noi: anche l’esperienza assicurativa è toccata dall’intelligenza artificiale?
La parola “toccata” rende bene l’idea di come l’Ai stia indubbiamente cambiando le abitudini nel contesto assicurativo. In Verti cerchiamo di mantenere un approccio “ibrido”: scommettiamo molto sulla tecnologia, senza dimenticare però che l’essere umano ha ancora un ruolo cruciale. Non adotteremo una strategia che si concentri solo sull’Ai ed escluda le persone. Allo stesso tempo cerchiamo però di cogliere appieno le opportunità concesse dall’Ai in modo che siano sempre etiche e trasparenti per il cliente.
Se con il CEO Enrique Flores-Calderon abbiamo parlato degli aspetti strategici e strutturali di Verti, con il direttore business Marco Buccigrossi (nella foto qui sotto) approfondiamo qualche aspetto pratico.

Marco, come si definisce il premio della polizza?
Innanzitutto, proviamo a spiegare che cos’è il premio: si tratta sostanzialmente del prezzo che il cliente paga per assicurarsi. Varia in funzione di diversi elementi: si calcola a partire dal profilo di rischio del cliente e del veicolo che s’intende “coprire”. A tutto ciò si aggiungono i margini e i costi operativi a cui si sommano le imposte dello Stato. Quest’ultimo aspetto ha un peso rilevante: le tasse che si applicano in Italia sono infatti ben più alte rispetto agli altri Paesi europei e incidono parecchio nella definizione del premio finale.
Coperture accessorie: il “cliente medio” è consapevole della loro importanza?
Sta crescendo molto la sensibilità su questi aspetti e si tratta sicuramente di qualcosa di positivo visto che nel nostro Paese la cultura assicurativa non è così presente. Tramite il nostro osservatorio Verti Movers (con cui analizziamo la base clienti) notiamo che sono soprattutto i più giovani a interessarsi maggiormente delle coperture accessorie. Tra queste ci sono l’assistenza stradale (2 giovani su 3 l’aggiungono all’Rca), la tutela legale e quella sugli infortuni del conducente.
Diamo un consiglio a chi deve stipulare una polizza per un veicolo: a cosa bisogna stare attenti?
Innanzitutto va sempre ricordato che la sola Rca non copre tutti i danni al proprio veicolo in caso d’incidente con colpa. Le coperture aggiuntive sulla collisione o sull’infortunio del conducente possono mettere al riparo da brutte sorprese in caso di sinistro. Occorre poi fare attenzione alle esclusioni presenti nel contratto di polizza: le si possono consultare nel documento informativo precontrattuale (DIP), che in una sola pagina riassume tutte le condizioni di polizza. Consiglio di leggerlo sempre con attenzione!
Un’ultima domanda Marco: Quali sono i parametri principali da tenere in considerazione quando si confrontano le offerte?
Dipende dal cosiddetto “appetito di rischio” del cliente, cioè da quanto accetta di essere esposto. Va dato sicuramente un occhio ai massimali e alle franchigie della polizza. Un altro aspetto da considerare (e che molto spesso viene trascurato) è quello dell’opzione di guida: controllate quali sono i guidatori abilitati a circolare con il veicolo che si assicura. Un ultimo consiglio è quello di non farsi ingolosire troppo da un prezzo “stracciato”: va tenuto sempre in considerazione il rapporto fra il premio che si paga e il livello di tutela che viene offerto.